Rapporti con l’UE, “Cammino difficile”
Il presidente Burkhalter comunque fiducioso in un'intesa globale con Bruxelles
Il presidente della Confederazione uscente Didier Burkhalter è fiducioso in un’intesa sulle questioni ancora in sospeso con Bruxelles ma non nasconde le difficoltà di un “percorso” che si presenta “difficile”.
Immigrazione e questioni istituzionali
In un’intervista rilasciata alla NZZ am Sonntag il ministro degli Esteri sottolinea che l’UE intende legare tra loro tutte le problematiche facendo in modo che l’accordo-quadro sulle importanti questioni istituzionali (tra le quali quella del recepimento del diritto comunitario nell’ordinamento svizzero) “finiscono per mescolarsi con quelle sulla libera circolazione” che in Svizzera è stata rimessa in discussione con il voto popolare contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio scorso (che verosimilmente porterà alla reintroduzione dei contingenti annuali di stranieri).
Proprio su questo punto Didier Burkhalter non nasconde che sarà difficile trovare una soluzione che metta d’accordo tutti i 28 Stati dell’Unione europea e il fatto che il Governo sia obbligato a mettere in cantiere una legge d’applicazione dell’iniziativa votata da popolo e cantoni entro 3 anni, “riduce i margini di manovra”.
Procedere per tappe
Da parte sua il Consiglio federale non esclude che si possa mettere in votazione un unico pacchetto sull’insieme dei rapporti con l’UE (quindi rapporti istituzionali e libera circolazione delle persone) ma “se si chiude più velocemente un dossier rispetto a un altro, si può anche procedere a tappe”, osserva sempre Burkhalter.
Questo significa che gli svizzeri potrebbero essere chiamati alle urne già nel 2016 per esprimersi sulla legge d’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa e in un secondo tempo sui rapporti istituzionali con l’UE. Poco importa, aggiunge il ministro neocastellano, se su questo ultimo punto si giungerà a un accordo-quadro entro uno o entro cinque anni. Mentre riguardo al tema dell’immigrazione c’è il termine posto dall’iniziativa di tre anni che non può essere derogato
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