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Con la pandemia è più difficile tenere a freno le dipendenze

Sigaretta accesa, fumo
Durante il confinamento, buona parte dei fumatori abituali ha incrementato il numero di sigarette consumate. Keystone / Christian Bruna

La crisi sanitaria e le sue ripercussioni socioeconomiche favoriscono il consumo di prodotti che rischiano di creare dipendenza, sottolinea l'associazione Dipendenze Svizzera nel suo rapporto annuale.

Nuovi gruppi a rischio fra la popolazione sono apparsi con lo scoppio della crisi sanitaria. Le persone che li compongono sono in primis quelle colpite direttamente dal covid-19, ma tra i più vulnerabili c’è anche chi già in precedenza faticava a tenere sotto controllo il consumo di sostanze psicoattive o la propensione verso giochi in denaro e attività online.

È quanto emerge da uno studio di Dipendenze Svizzera, condensato nel suo Panorama svizzero delle dipendenze 2021Collegamento esterno pubblicato mercoledì. In questo periodo fuori dal comune, molti sono stati sottoposti a traumi e stress inconsueti ed estremi, scrive l’associazione. A corto termine, alcuni si sono rifugiati nell’alcol, nelle droghe o nei farmaci.

I più esposti sono quelli che hanno dovuto confrontarsi in prima persona col coronavirus. I gruppi a rischio dipendenze sono però rimpolpati anche da chi corre un pericolo di essere contagiato superiore alla media, come il personale sanitario, quello dei trasporti o quello della vendita. Particolarmente minacciati pure i malati gravi, chi non può assistere le persone care e chi subisce l’impatto economico della pandemia.

Alcol

In Svizzera, dove gli alcolisti sono 250’000 (con 1’550 morti all’anno da far risalire a questo problema), ricerche condotte in situazione di crisi mettono in evidenza che il vizio di attaccarsi alla bottiglia non fa altro che aumentare. Durante l’epidemia inoltre, le persone che hanno più possibilità di ammalarsi si sono aggiunte alle categorie a rischio di cadere nell’alcol, scrive l’organizzazione.

Tabacco, canapa e farmaci

Per quanto riguarda il tabacco, nel corso del lockdown una parte dei fumatori ha provato a smettere, ma a riuscirci è stato solo il 4,6%. In seguito, però, circa la metà ha ripreso. Globalmente, una buona parte di fumatori regolari ha persino incrementato il numero di sigarette, mentre tendenzialmente gli occasionali hanno ridotto il loro consumo.

Differente la situazione per la canapa. A parte la difficoltà a reperilae la canapa in alcune regioni, durante il lockdown primaverile domanda e offerta non hanno subito modifiche.

Per assenza di dati non si sa invece che effetto abbia avuto il covid sulla dipendenza da medicamenti. È comunque possibile che il diffuso senso di insicurezza abbia spinto a un maggiore uso.

Gioco d’azzardo

Capitolo gioco d’azzardo, un vizio che riguarda il 3% della popolazione, Dipendenze Svizzera sottolinea come il covid abbia abbia creato i presupposti ideali per il nuovo mercato dei casinò online elvetici, a cui una legge entrata in vigore nel 2019 ha spianato la strada.

La pubblicità è cresciuta, facendosi aggressiva, e anche le lotterie hanno cercato di attirare più gente. A farne le spese soprattutto la fascia d’età tra i 18 e i 29 anni. Con il passare dei mesi di pandemia sempre più persone perderanno il controllo, avverte l’organizzazione, un comportamento che farà soffrire i loro cari: è quindi necessario parlarne, non prestare soldi ai giocatori incalliti e se necessario rivolgersi a professionisti.

Uso di internet

Infine, lo studio affronta la questione di un’ulteriore dipendenza, quella legata al mondo digitale. In Svizzera si stima che 290’000 persone abbiano perso il controllo del loro uso di Internet. Con il coronavirus la situazione potrebbe sfuggire del tutto di mano a coloro che tentano di ridurre lo stress emotivo sul web o a chi pure prima della crisi sanitaria faticava a gestire la propria navigazione in rete.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 10.02.2021)

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