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Le allegre spese dell’esercito svizzero

Una foto in alta uniforme del capo dell esercito svizzero Philippe Rebord: pure lui è stato coinvolto nello scandalo
Il capo dell'esercito svizzero Philippe Rebord: pure lui è stato coinvolto nello scandalo. © KEYSTONE / GAETAN BALLY

Voli in elicottero per le mogli, partite di golf, cene sfarzose, banchetti e feste. Diversi ufficiali dell'esercito elvetico non si sono fatti mancare nulla. Il tutto pagato dal contribuente. Ma nulla di sanzionabile o di penalmente rilevante in quanto a suo tempo non c'era ancora un regolamento su determinate spese...

È quanto è venuto alla luce da un’inchiesta interna e resa nota da alcuni quotidiani svizzeri. Ottenere il documento non è però stato facile, sottolineano gli organi di stampa, che hanno dovuto scontrarsi con i reiterati “no” del Dipartimento federale della difesa. Per sbloccare la situazione è stato necessario l’intervento di Adrian Lobsiger, il preposto alla protezione dei dati, che si è appellato alla legge sulla trasparenza.

Se è vero che nessuna regola è stata violata, è altrettanto assodato che nel frattempo c’è stato un deciso giro di vite. Non si capisce infatti per quale motivo siano i contribuenti a dover pagare certe prestazioni, commenta l’autore dell’indagine, l’ex procuratore Cornel Brobély. Lo zurighese era stato incaricato dal consigliere federale Guy Parmelin dopo la sospensione, due anni fa, del medico capo Andreas Stettbacher, poi reintegrato perché i fatti imputatigli non erano giuridicamente rilevanti, proprio per i costi eccessivi legati a un pranzo natalizio.

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Le spese allegre

82 liquori, 22 bottiglie di vino, 7 birre e alcuni sigari. Totale: oltre 1700 franchi in occasione di una cena per 28 persone organizzata nel 2015. E poi ancora: un viaggio in elicottero del giugno 2017 per mogli e fidanzate di 18 ufficiali di Stato maggiore, così raggiunti in Vallese in occasione di un seminario sulla condotta (ad ognuna fu chiesto un contributo di 100 franchi, per un totale ben lungi dal coprire i costi effettivi). E infine: un pranzo per 3500 collaboratori al velodromo di Grenchen, costo mezzo milione di franchi. 

Sono alcuni esempi di spese a carico del contribuente contenuti nel rapporto, pubblicato dal Tages Anzeiger e dalla Liberté.

Quanto reso noto lunedì è in realtà il seguito, ovvero la verifica (esterna) di quanto lo stesso Stettbacher dichiarò durante la sua inchiesta, vuotando il sacco chiamando in causa altri due alti graduati – compreso l’attuale capo dell’esercito Philippe Rebord. Al di là delle spiegazioni fornite, fra tradizioni ed esercizi di convivialità, le indagini concludono: si è trattato di spese di dubbia necessità ma non sanzionabili in quanto mancava un regolamento sulle spese. Le norme ora ci sono e sono state introdotte dallo stesso Rebord, il cui comportamento è inoltre stato ritenuto “corretto”, anche alla luce della sua esemplare collaborazione in sede d’inchiesta.

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