Mario Draghi, rigoroso come un tedesco, creativo come un italiano
Per la stampa elvetica Mario Draghi è chiaramente la soluzione migliore per il Paese nelle circostanze attuali. La sua nomina è vista soprattutto come un segnale rassicurante per gli alleati europei. Tutti ricordano però che "Super Mario" non è al di sopra della democrazia. Deve trovare una maggioranza stabile in parlamento, e questo sarà tutt'altro che facile.
Per tutti i quotidiani svizzeri i punti di forza dell’ex presidente della Banca centrale europea sono la sua autorevolezza e la sua credibilità internazionale. Secondo la stampa elvetica, il compito principale per Draghi sarà quello di decidere come spendere i 209 miliardi di euro che arrivano dall’Ue mostrando che l’Italia ha un piano chiaro con priorità, progetti e scadenze.
“L’Italia, bloccata da una crisi politica insensata, da un’economia allo sbando e dalla pandemia, gioca il suo ultimo jolly: Mario Draghi”. 24heure
Nello specifico, il quotidiano di lingua francese 24heuresCollegamento esterno scrive che l’Italia, bloccata da una crisi politica insensata, da un’economia allo sbando e dalla pandemia, gioca il suo ultimo jolly: Mario Draghi. Non a caso. Per 24heures, infatti, il 73enne tifoso della Roma è l’italiano più conosciuto e rispettato nelle cancellerie europee.
Anche se la politica italiana è un campo di rovine, continua 24heures, Mario Draghi deve comunque ottenere la fiducia del parlamento. E il foglio di lingua francese ricorda che, durante le tre settimane di crisi, i partiti politici si sono comportati come bande rivali, più interessate a conquistare i ministeri che a ricostruire l’unità nazionale. E giustamente 24heures si chiede: “Super Mario” formerà un esecutivo di tecnici o politici? E con quale maggioranza parlamentare governerà?
Eppure, scrive la Neue Zürcher Zeitung Collegamento esterno(Nzz), fino a martedì sera quasi nessuno credeva seriamente a questo scenario. La testata zurighese ricorda come i politici italiani provocano regolarmente crisi di governo, per poi riunirsi di nuovo dopo lunghe consultazioni in formazioni vecchie o nuove. Anche questa volta – continua la Nzz – ci si aspettava che i rivali Giuseppe Conte e Matteo Renzi trovassero un accordo nell’interesse di rimanere al potere. Ma il loro ego era apparentemente troppo forte e la pazienza del presidente troppo tesa.
Mattarella dunque ha così deciso rapidamente a favore di un governo tecnico (ad alto profilo) contro la volontà di quasi tutti i partiti. Questo si spiega – scrive la Nzz – probabilmente anche con l’umore della gente. Nelle ultime settimane gli italiani hanno seguito la lotta per il potere politico solo in modo indignato o per niente.
Per il quotidiano borghese Nzz, il 73enne Draghi è chiaramente la soluzione migliore per il paese nelle circostanze attuali. All’interno dell’Ue sono cresciuti i timori che Roma avrebbe messo in discussione l’intero sistema del Recovery Fund. La nomina di Mario Draghi è quindi vista soprattutto come un segnale rassicurante per gli alleati europei.
Passando a sud delle Alpi, per il quotidiano ticinese La RegioneCollegamento esterno, l’ex presidente della Bce è un nome talmente altisonante che è difficile storcere il naso. Mattarella non poteva giocarsi una carta migliore come presidente del Consiglio.
Una carta – si legge sulla Regione – portata in dote da Matteo Renzi che – per tutti – era passato da rottamatore di partiti a demolitore di governi. Evidentemente, oltre al piccone per abbattere Conte, il leader di Italia Viva si era portato anche cemento e cazzuola per ricostruire.
“Draghi non è uno sprovveduto e sa che un governo tecnico non avrebbe l’appoggio dei Cinquestelle e partirebbe zoppo”. La Regione
Ora restano solo da capire tempi e modi, ma Draghi non è uno sprovveduto – scrive La Regione – e sa che un governo tecnico non avrebbe l’appoggio dei Cinquestelle e partirebbe zoppo. O non partirebbe proprio. Dovrà dosare bene le scelte, ma ha un credito tale, in Italia e all’estero – conclude la Regione – da potersi permettere più di chiunque altro.
Tanti elogi per Draghi dalla stampa elvetica
Come immaginabile, la maggior parte della stampa elvetica, che già conosce Draghi, spende per l’ex presidente della Bce parole lusinghiere. Come l’editoriale del Zofinger TagblattCollegamento esterno che descrive Draghi come una personalità molto rispettata, con integrità, competenza, forti capacità di leadership, e quindi fondamentalmente adatto a qualsiasi incarico, non importa quanto impegnativo.
Sulla possibilità che Draghi ottenga la fiducia del parlamento, il foglio svizzero tedesco è assai scettico. Mario Draghi – scrive infatti il Zofinger Tagblatt – deve governare con il vecchio parlamento, che continua ad essere dominato da due partiti populisti tendenzialmente antieuropei: il Movimento Cinque Stelle e la Lega. “Super Mario” non è più forte della matematica, conclude il Zofinger Tagblatt e l’equilibrio numerico del potere in parlamento parla contro di lui.
Per capire come è visto Draghi in Svizzera basterebbe citare il titolo dell’altro grande quotidiano di Zurigo, il Tages-Anzeiger:Collegamento esterno “Rigoroso come un tedesco, creativo come un italiano”.
Una grande opportunità
Il Tagi (così viene chiamato in Svizzera il Tages-Anzeiger) ritiene che sebbene il momento sia difficile, all’Italia viene offerta anche un’opportunità grandiosa, anzi storicamente unica, di plasmare il futuro.
Non c’è stata una tale opportunità dai tempi del Piano Marshall nel dopoguerra. Le risorse del fondo di ricostruzione dell’Unione Europea sono ancora maggiori. Con tutti questi soldi, ammonisce il Tagi, molte cose possono essere migliorate nel Paese. Sarà dunque compito di Draghi mostrare che l’Italia ha un piano chiaro con priorità e progetti e soprattutto scadenze.
Però il Tagi ritiene che il tanto decantato Draghi per ora sia semplicemente una scommessa. Si è sempre sentito il riservato Draghi parlare solo di banche, di economia e di valute, ma per il resto? Chi è quest’uomo, si chiede ancora il Tagi. La risposta arriva da una similitudine che calza a pennello per l’Italia: Draghi è come un vino vecchio e costoso che tieni in cantina per molto tempo e poi tiri fuori, nella speranza che non deluda le tue altissime aspettative.
“Draghi è come un vino vecchio e costoso che tieni in cantina per molto tempo e poi tiri fuori, nella speranza che non deluda le tue altissime aspettative”. Tages Anzeiger
La pensa così anche il quotidiano svizzero francese Le Temps Collegamento esternoche si pone una domanda fondamentale: l’ex presidente della Banca Centrale Europea ha tutto quello che serve per tirare fuori l’Italia dalla crisi politica in cui è impantanata da tre settimane, nel bel mezzo di una pandemia?
Descrivendo i motivi che hanno portato alla crisi politica attuale e non tralasciando le lotte tra i partiti e all’interno dei partiti, il foglio romando ricorda però un fatto essenziale che fa ben sperare: Draghi è riuscito a sopravvivere alle lotte di potere all’interno della Bce, lotte che lo hanno messo tra l’altro anche contro il governatore della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann. Come dire che Draghi è corazzato anche per affrontare le insidie dei corridoi romani.
Sergio Mattarella – scrive ancora Le Temps – si è affidato a un campione dal consenso politico trasversale. Draghi ha un patrimonio di credibilità e fiducia in Europa che è senza rivali. Fatto essenziale visto che dovrà soprattutto decidere come spendere i 209 miliardi di euro.
Qualunque cosa serva
Restando sul piano europeo, il quotidiano di Lucerna intitola il suo articolo “L’uomo con il bazooka”, ricordando la famosa frase di Draghi per salvare l’euro: “La Banca centrale europea è pronta a fare tutto il necessario, nel quadro del suo mandato, per preservare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente”.
Senza dubbio – si legge sulla Luzerner ZeitungCollegamento esterno – Draghi cercherà di attuare finalmente le riforme che chiede da quasi due decenni, soprattutto la riforma della burocrazia e del sistema giudiziario, che stanno paralizzando il paese. Una cosa è inoltre certa, conclude la Luzerner Zeitung, Draghi non lascerà nulla di intentato per far progredire il suo paese. Secondo il suo motto: Qualunque cosa serva (Whatever it takes).
Il Corriere del TicinoCollegamento esterno, infine, dedica due pagine alla situazione politica italiana e parla di doppia sfida per Draghi. La prima è il rilancio dell’economia e l’uscita dalla pandemia. La seconda trovare in Parlamento l’unità necessaria ad affrontarle.
Per il Corriere del Ticino, Draghi avrebbe in mente un esecutivo composto da tecnici di alto profilo ma il pressing dei partiti della ex maggioranza è fortissimo perché l’esecutivo sia tecnico-politico, sul modello del governo Ciampi: solo così il M5S potrebbe votare la fiducia.
Intanto il presidente della Repubblica – si legge sul Corriere del Ticino – non gli ha dettato paletti, non gli ha indicato un perimetro. Sarà l’ex governatore e presidente della Bce a valutare quale sarà la formula in grado di garantirgli la maggioranza più ampia e unitaria per governare senza una scadenza, anche se – scrive ancora il foglio ticinese – c’è già chi ipotizza che un termine possa essere segnato, nel 2022, da una sua eventuale elezione alla presidenza della Repubblica.
La conclusione la lasciamo al 24heures: pronunciando il famoso “Whatever it takes” il 12 luglio 2012, Mario Draghi aveva salvato la zona euro. Ora deve trovare le parole per salvare l’Italia.
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