Cosa cambia per gli svizzeri dopo la Brexit
Dalla mezzanotte di sabato, ora di Bruxelles, il Regno Unito non farà più parte dell'UE. Cosa cambierà per gli svizzeri che vivono oltremanica, o che dal 1° febbraio vorranno andarci, per lavoro o per piacere? Qualche risposta qui.
“Per la Svizzera, i suoi cittadini e gli operatori economici, non cambia nulla”, chiarisce Alexandre Fasel, ambasciatore svizzero nel Regno Unito. A chi vorrà intraprendere un viaggio non servirà un visto per entrare nei rispettivi Paesi.
Del resto, mentre s’inizieranno i negoziati per definire le future relazioni tra Londra e Bruxelles, rimane garantita la libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone, che in virtù degli accordi tra Svizzera e UE vale per i cittadini svizzeri come per quelli comunitari.
Per il futuro, spiega l’ambasciatore, gli obiettivi principali del governo elvetico sono “mantenere la qualità dei rapporti esistenti con il Regno Unito, e sviluppare le relazioni bilaterali”.
Il problema: l’incertezza
Relazioni che saranno in gran parte da definire. Un’incertezza che frena gli imprenditori: due di essi, ai microfoni della RSI, parlano della scarsa propensione a fondare società o assumere collaboratori in un ambiente normativo non chiaro. Al punto da posticipare, nel dubbio, l’ingresso nel mercato britannico.
Ma anche molti singoli espatriati per lavoro parrebbero in bilico: “Alcuni nostri membri, a fine carriera, valutano sempre più seriamente se tornare a casa”, riferisce il presidente del City Swiss Club London, Reto Jauch. “Si fanno domande sui servizi e la pensione che riceveranno”.
Le importanti relazioni tra Svizzera e Regno Unito, conferma una scheda informativaCollegamento esterno del Dipartimento federale degli affari esteri DFAE, si basano oggi in gran parte sugli accordi bilaterali Svizzera-UE. Dopo la Brexit, fatto salvo il periodo transitorio, essi non saranno più applicabili.
Perciò è stata varata la strategia ‘Mind the gap’, che mira a conservare e -dove possibile- estendere i diritti e gli obblighi reciproci, attraverso una serie di nuovi accordi con Londra.
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