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Tempi duri in vista per la piazza finanziaria svizzera

La Commissione europea potrebbe riconoscere solo per un anno l’equivalenza tra la regolamentazione finanziaria elvetica e quella dell’Unione europea.

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Il dossier è di importanza capitale per la piazza finanziaria svizzera e in particolare per la borsa di Zurigo, dove gran parte degli affari si fanno proprio grazie al mercato europeo. In pratica, le regole elvetiche in materia di protezione degli investitori sono considerate altrettanto valide di quelle della nuova direttiva europea Mifir, che entrerà in vigore il 3 gennaio, e quindi i prodotti finanziari elvetici possono continuare ad essere venduti nell’UE.

Sul dossier, che è uno dei punti in sospeso tra Berna e Bruxelles, plana però una grossa incognita: stando a un documento rivelato dalla radio svizzera tedesca SRF, l’equivalenza verrebbe sì concessa, ma solo per un anno.

Da più parti, la mossa della Commissione – che non commenta – viene considerata politica: Bruxelles vorrebbe siglare al più presto con Berna un accordo istituzionale, che obblighi la Confederazione a riprendere automaticamente la legislazione europea che tocca gli accordi bilaterali tra i due paesi. Diversi partiti politici svizzeri, Unione democratica di centro (destra conservatrice) in testa, temono però un indebolimento dei diritti popolari e hanno già depositato un’iniziativa popolare denominata “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”.

Un altro motivo è forse legato al cosiddetto miliardo di coesione, che la Svizzera ha promesso all’UE, ma non ha ancora versato. 

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