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Imprenditori chiedono un “migliore accordo quadro” tra Svizzera e UE

bandiere svizzera UE
L’accordo istituzionale concerne cinque trattati bilaterali già esistenti che regolano l’accesso elvetico al mercato dell’UE. © Keystone / Gaetan Bally

Autonomiesuisse lancia una campagna per un migliore accordo quadro con l'Unione europea (UE). Questo nuovo movimento, lanciato da diversi imprenditori e rappresentanti dell'economia, ritiene che l'attuale progetto di intesa farebbe perdere alla Svizzera i suoi vantaggi competitivi.

“L’accordo quadro compromette il modello di successo svizzero”, scrive venerdì in una nota il movimento, affermando di sostenere una Svizzera aperta al mondo, efficiente, libera.

Le relazioni tra la Svizzera e l’UE sono regolate da circa 120 accordi. L’accordo istituzionale concerne cinque trattati bilaterali già esistenti che regolano l’accesso al mercato dell’UE (libera circolazione delle persone, trasporti terrestri, trasporto aereo, ostacoli tecnici al commercio e agricoltura).

Dovrebbe inoltre estendersi ad ogni nuovo accordo bilaterale che riguarda l’apertura reciproca di un mercato.

Bruxelles preme già da molti anni su Berna per giungere alla conclusione di un accordo quadro che comporterebbe un’attualizzazione “dinamica” di alcuni trattati bilaterali. In pratica, gli adeguamenti della legislazione svizzera agli sviluppi del diritto dell’UE – nei settori toccati dall’accordo – non richiederebbero nuovi negoziati e dovrebbero avvenire più rapidamente. Già oggi la Svizzera riprende regolarmente numerosi sviluppi del diritto europeo, ma, agli occhi di Bruxelles, ciò avviene spesso troppo lentamente. 

fonte:swissinfo

Giovedì, la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha informato Ursula von der Leyen, alla testa della Commissione europea, del punto di vista del governo elvetico in merito a questo tema. La posizione è stata decisa mercoledì, durante la settimanale seduta del Governo, che l’ha però mantenuta confidenziale.

Secondo Autonomiesuisse, nel progetto negoziato tra Berna e Bruxelles, l’UE assume contemporaneamente il ruolo di parte in causa, autorità di vigilanza e arbitro. Questa triplice casacca segna la fine della classica via bilaterale, denuncia l’associazone.

Si tratta di una situazione che rischia di far perdere alla Confederazione una parte sostanziale della sua apertura al mondo e delle sue buone condizioni quadro, che costituiscono il fulcro del suo modello di successo economico, viene sottolineato.

Autonomiesuisse propone di far capo a un arbitro neutrale e di rinunciare all’eventuale limitazione di accordi commerciali tra Svizzera e Paesi terzi. Qualora non si trovasse una soluzione soddisfacente, l’accento dovrebbe essere posto sul mantenimento dell’attuale accordo di libero scambio, secondo l’organizzazione.

Il movimento punta su una campagna diffusa sui social network per attirare un maggior numero di membri e conquistare i favori di attori economici e sociali. Ritiene inoltre che l’accordo quadro debba essere sottoposto a un referendum obbligatorio, in quanto interferisce con i diritti costituzionali e limita la sovranità a lungo termine della Svizzera.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con swissinfo e RSI (TG del 13.11.2020) 
 

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