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Rouhani in visita in Svizzera e Austria

Il presidente iraniano Hassan Rouhani è giunto lunedì in Europa per una visita in Svizzera e Austria. Un viaggio presentato come "d'importanza capitale" per l'avvenire dell'accordo sul programma nucleare di Teheran, dopo il ritiro degli Stati Uniti dall'intesa.  

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Sarà “l’occasione per parlare dell’avvenire dell’accordo”, ha dichiarato lo stesso Rouhani all’aeroporto di Teheran prima della partenza. 

“Nel contesto attuale”, questo viaggio “ha un’importanza capitale poiché potrà fornire un quadro più preciso della cooperazione tra Europa e Iran” ha invece dichiarato il ministero degli affari esteri di Teheran.

Rouhani e Berset su un tappeto rosso davanti a un aereo.
Il presidente elvetico Alain Berset ha accolto Rouhani al suo arrivo a Zurigo. Keystone

Rouhani passerà due giorni in Svizzera e proseguirà la sua visita a Vienna, dove nel luglio del 2015 è stato sottoscritto l’accordo che ha permesso all’Iran di uscire dall’isolamento internazionale in cambio del congelamento del suo programma nucleare e della promessa di non tentare di ottenere delle armi atomiche. 

La Svizzera, oltre ad aver ospitato molti dei negoziati che hanno preceduto la sottoscrizione dell’intesa, è anche il paese che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran in assenza di relazioni diplomatiche tra Washington e Teheran. L’Austria, dal canto suo, ha iniziato il suo turno di sei mesi alla presidenza dell’Unione Europea. 

Accordo a rischio

Assieme al ministro degli esteri Javad Zarif, il conservatore moderato Rouhani è stato il principale artefice da parte iraniana dell’accordo di Vienna, testo divenuto la colonna portante della sua politica di apertura all’Occidente, ma che gli è valso le critiche della fascia più conservatrice dello spettro politico del suo paese. 

Dopo il ritiro statunitense in maggio dall’accordo, gli altri firmatari (Germania, Regno Unito, Cina, Russia e Francia), non hanno smesso di ribadire il proprio sostegno al testo. Ma la Repubblica islamica ha dichiarato che vi non si atterrà contro i suoi interessi. 

Dopo l’abbandono deciso da Trump e in vista del ripristino delle sanzioni, infatti, diversi gruppi stranieri hanno annunciato la loro intenzione di cessare l’attività in Iran. 

In caso i negoziati con l’UE per salvare l’accordo falliscano, la guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha già ordinato i preparativi in vista di una ripresa del programma nucleare. 

Consolidare le relazioni

La visita in Svizzera sarà per Rouhani anche l’occasione di stilare un primo bilancio del piano d’azione per il consolidamento delle relazioni bilaterali, adottato alla fine di febbraio del 2016, in occasione della visita a Teheran dell’allora presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann. 

Tale piano ha consentito di avviare o rilanciare dialoghi periodici in settori quali l’economia, le finanze, i diritti dell’uomo, la giustizia, la sicurezza nucleare e la migrazione.

Schneider-Ammann si era recato in visita ufficiale nella capitale iraniana, poco dopo la revoca delle sanzioni internazionali nei confronti di Teheran. In quell’occasione l’allora presidente della Confederazione aveva invitato Rouhani a visitare a sua volta la Svizzera.

Al termine delle discussioni di martedì è prevista la firma di diverse dichiarazioni d’intenti e accordi sulla cooperazione in materia di sanità e scienze, ha precisato all’agenzia Ats il Dipartimento federale dell’Interno.

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