Svizzera quinto paese per libertà di stampa
La Svizzera è al quinto posto, nella classifica sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Reporter senza frontiere (RSF). Guadagna due posizioni rispetto alle graduatorie 2016 e 2017.
La situazione dei media è peggiorata in molti paesi europei, scrive RSF nel suo rapportoCollegamento esterno. È dunque la stabilità a portare la Confederazione in quinta posizione.
La libertà di stampa è pregiudicata anche in Svizzera da almeno cinque fattori critici rilevati dagli espertiCollegamento esterno.
La pressione economica sui media privati, in particolare giornali, è aumentata: il calo della pubblicità ha portato a ridurre il numero di giornalisti, con maggiore stress per chi resta in redazione.
Redazioni che, in diversi grandi gruppi editoriali, sono state raggruppate per ragioni economiche e questo porta a una perdita di diversità fra i media (come accade con le “newsroom” di Tamedia che producono pagine comuni per tutti i titoli del gruppo).
Intanto nel 2017, a proposito di perdita di pluralità, è scomparso l’Hebdo. È stato inoltre ristrutturato Le Temps.
La fusione fra l’Agenzia telegrafica svizzera e quella fotografia Keystone causerà invece secondo gli autori del rapporto un calo della qualità, oltre ad aver comportato la soppressione di posti di lavoro fra i redattori delle tre lingue.
Non manca, nel rapporto, un riferimento alle attività e al finanziamento della Società svizzera di radiotelevisioneCollegamento esterno SSR, rimessi in discussione con la votazione sull’iniziativa ‘No Billag’ (che avrebbe comportato la soppressione del servizio pubblico radio-tv).
L’iniziativa popolare è stata bocciata, ma la SSR dovrà dovrà risparmiare 100 milioni di franchi e ci si attende un dibattito molto teso attorno alla nuova legge sui media elettroniciCollegamento esterno.
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