Riammissione dei rifugiati: con l’Italia “non mi aspetto un miracolo”
La ministra di giustizia e polizia Elisabeth Baume-Schneider sarà mercoledì a Roma dove incontrerà il ministro degli interni Matteo Piantedosi. Al centro dei colloqui la riammissione delle persone rifugiate che in base all'accordo di Dublino dovrebbero essere trasferite in Italia.
Dal dicembre scorso, l’Italia ha sospeso i trasferimenti di persone rifugiate previsti dall’accordo di Dublino per via del forte numero di sbarchi e del conseguente sovraccarico del sistema di accoglienza.
Questa situazione non dovrebbe sbloccarsi così presto, secondo la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Non mi aspetto un miracolo”, ha dichiarato in un’intervista pubblicata sabato dalla Schweiz am Wochenende.
Nella Confederazione si è però ben coscienti delle difficoltà con cui è confrontata l’Italia. “Mi guarderò bene dal fare la morale al ministro Piantedosi – ha sottolineato la ministra socialista. La situazione nel Sud Italia è davvero difficile”.
+ La sospensione dell’accordo di Dublino da parte dell’Italia potrebbe durare mesi.
Elisabeth Baume-Schneider intende comunque far presente a Piantedosi che la Svizzera si aspetta che Roma rispetti l’accordo di Dublino.
Durante l’incontro di lavoro, la ministra di giustizia e polizia vuole anche sollevare la questione di un eventuale sostegno finanziario di Berna per i progetti legati alla migrazione in Italia. Tuttavia, rimane realista: “L’Italia non si aspetta alcun denaro da parte della Svizzera. La decisione di bloccare la riammissione delle persone rifugiate è stata presa per motivi di politica interna”.
Quasi sei mesi di stallo
In base all’accordo di Dublino, è il Paese di prima accoglienza che è responsabile della procedura di asilo. Se in un secondo tempo la persona rifugiata si trasferisce in un altro Stato, quest’ultimo – nella fattispecie la Svizzera – può rinviarla nel Paese d’arrivo, anche se lì non aveva presentato domanda d’asilo.
Da dicembre, però, l’Italia si rifiuta di riprendere le persone migranti le cui richieste di asilo rientrano nella sua giurisdizione.
300 domande di riammissione
Berna ha chiesto all’Italia la riammissione di circa 300 persone. Per 40 di esse sono passati sei mesi e la responsabilità è quindi ora della Svizzera.
Per Elisabeth Baume-Schneider, è nell’interesse della Svizzera e dei suoi partner europei procedere con la riforma dell’Accordo di Dublino prima delle elezioni del Parlamento europeo nella primavera del 2024. La direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha espresso l’auspicio che nell’ambito di tale riforma vengano introdotti controlli più severi alle frontiere esterne dell’area Schengen. In cambio ci vuole una maggiore solidarietà tra i Paesi europei nella distribuzione delle persone accolte.
Entrate irregolari
La sospensione dell’accordo di Dublino da parte dell’Italia non riguarda per contro quelle persone che sono entrate in Svizzera dalla Penisola e soggiornano irregolarmente nella Confederazione senza depositare una domanda d’asilo.
Questi casi sono regolati da un altro accordo sulla riammissioneCollegamento esterno stipulato tra i due Paesi. Quando una persona non soddisfa i criteri di entrata o di soggiorno può essere eventualmente ricondotta al confine con una procedura semplificata. Attualmente ogni giorno l’Italia riammette un contingente di 10-30 persone dalla Svizzera, secondo la Segreteria di Stato della migrazione.
Alla fine di aprile, oltre 126’000 persone si trovavano in procedura d’asilo in Svizzera. La metà di esse sono persone provenienti dall’Ucraina. Gli altri principali Paesi di provenienza sono l’Afghanistan, l’Eritrea, la Siria e la Turchia.
Con 2,8 domande di asilo per ogni 1’000 abitanti presentate nel 2021, la Svizzera è al di sopra della media europea (2 domande ogni 1’000 abitanti). I tassi più elevati si ritrovano a Cipro (24,1), in Austria (12,2) e in Grecia (3,5). In Italia la proporzione è di circa una richiesta ogni 1’000 abitanti.
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