Il telescopio spaziale Cheops, sviluppato dall'Università di Berna, è di tappa in Svizzera. Dopo alcuni test nella Confederazione e all'estero, nel 2019 comincerà la sua missione d'analisi di pianeti lontani che permetterà forse di rispondere alla domanda: c'è vita altrove nell'universo?
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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 28.08.2018)
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“Vorremmo superare l’opinione individuale, il credere o non credere che la vita esiste anche altrove. Vogliamo finalmente dimostrarlo scientificamente. Questa ricerca serve a misurarlo, non è quindi più della filosofia, della finzione, ma la scienza”. Sono le parole di Willy Benz, che dal 1995 lavora al progetto, una collaborazione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e lo Swiss Space OfficeCollegamento esterno.
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Un po’ più di precisione svizzera nella ricerca di mondi lontani
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Un piccolo telescopio per grandi attese. Nel 2018 l’Europa metterà in orbita lo svizzero Cheops, per saperne di più su certi esopianeti già scoperti.
Misurando le variazioni di luminosità di stelle lontane quando davanti ad esse passano dei pianeti, Cheops fornirà informazioni preziose sulle caratteristiche di questi mondi.
Cheops lascerà la superficie terrestre dalla Guyana francese all’inizio dell’anno prossimo.
Lunedì, presso la Ruag Space di Zurigo, dove il telescopio spaziale è sottoposto a dei test, si è anche tenuta una cerimonia in presenza di Johann Schneider-Ammann, ministro dell’economia, della formazione e della ricerca.
All’occasione sono state presentata due targhe in titanio che accompagneranno il satellite mentre svolgerà il suo lavoro a 700 chilometri di altitudine in orbita attorno al nostro pianeta. Vi è incisa una versione miniaturizzata 1’000 volte di 2’700 disegni realizzati da bambini dei paesi membri dell’Esa. Un’opera resa possibile grazie a una tecnica sviluppata da un’alta scuola specializzata bernese.
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