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Riforma della previdenza vecchiaia in Svizzera, i dettagli della votazione

Anziano alla guida
In Svizzera, sempre più persone lavorano più a lungo per migliorare la propria pensione, per esempio come taxista. Christof Schuerpf

La riforma della previdenza professionale, in votazione il 22 settembre, intende finanziare le pensioni in modo più sicuro e migliorare la situazione del personale a tempo parziale e delle persone con salari bassi in Svizzera. I sindacati si oppongono.

La riforma della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP) riguarda le casse pensione. Esse rappresentano il secondo pilastro del sistema pensionistico nazionale, alimentato dai contributi mensili delle persone attive salariate e dai loro datori e datrici di lavoro.

La riforma della LPP è uno dei progetti più complessi sottoposti a votazione popolare negli ultimi anni, in particolare perché la Svizzera conta più di 1’000 casse pensione. Molte hanno le proprie regole. Elettori ed elettrici dovranno controllare personalmente se e in che modo saranno toccati/e dalla riforma.

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Riforma della LPP: di quale previdenza per la vecchiaia si tratta?

Va ricordato che la previdenza vecchiaia svizzera è un sistema basato su tre “pilastri”.

Il primo pilastro è l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). Si tratta della previdenza statale obbligatoria. Si basa sull’idea che la popolazione svizzera debba ricevere una pensione di base che le permetta la sussistenza.

Il secondo pilastro – toccato dalla riforma su cui si voterà il 22 settembre – è costituito dalle casse pensione.  Ne beneficiano le persone attive salariate. Versano obbligatoriamente dei contributi sul loro conto individuale di cassa pensione attraverso delle trattenute sul loro stipendio. Anche datori e datrici di lavoro versano dei contributi su questo conto. L’importo versato dipende dall’ammontare del salario. La previdenza professionale si somma all’AVS e si pone come obiettivo il mantenimento del tenore di vita precedente.

Il terzo pilastro funziona sostanzialmente come una cassa di risparmio e consiste nell’effettuare versamenti su un conto privato e vincolato. È facoltativo e può avere forma di un conto bancario o di una polizza assicurativa sulla vita. La somma versata è in parte deducibile dalle tasse.

Perché si vota sulla riforma della LPP?

Il Consiglio federale e il Parlamento voglio da tempo aggiornare la LPP. Nel 2017, una riforma che legava la previdenza professionale all’AVS era stata respinta dal popolo. Il Governo si è quindi concentrato separatamente sul primo e sul secondo pilastro. La riforma dell’AVS è stata approvata in votazione nel 2022. Ora è il turno della previdenza professionale di passare alla prova delle urne.

La proposta di riforma che sarà sottoposta al giudizio popolare è stata adottata dal Parlamento dopo molti accessi dibattiti. L’Unione sindacale svizzera ha in seguito lanciato un referendum. È per questo che l’elettorato dovrà pronunciarsi sul testo in settembre.

Cosa chiede la riforma della LPP?

L’idea centrale della riforma della LPP è di finanziare le future pensioni in modo più sicuro. Il fatto che la gente vive sempre più a lungo, percependo per un periodo più esteso una rendita di vecchiaia, rappresenta un onere per le finanze delle casse pensione. Il capitale per la vecchiaia disponibile al momento della pensione è versato ogni anno allo stesso tasso fino alla fine della vita, indipendentemente dalla durata di vita o dall’utilizzo del capitale. Inoltre, le aspettative di rendimento delle casse pensioni sono diminuite.

Un altro obiettivo della riforma è di proteggere meglio lavoratori e lavoratrici a tempo parziale e le persone con i salari più bassi. Secondo la ministra dell’interno Elisabeth Baume-Schneider, si tratta soprattutto di donne che lavorano a tempo parziale per salari più esigui.

Quali sono le misure concrete previste?

La riforma della LPP consiste in un pacchetto di cinque misure:

Un tasso di conversione più basso: questo tasso determina la quota di capitale previdenziale che le casse pensione versano ogni anno. Oggi è del 6,8%. Ciò significa che una cassa pensione versa 6’800 franchi di rendita pensionistica per ogni 100’000 franchi di risparmio previdenziale. La riforma prevede di ridurre questo tasso al 6%. Le pensioni individuali saranno quindi più basse. Si stima una riduzione delle pensioni di circa il 12%. In teoria, tuttavia, sarà possibile attingere al capitale pensionistico più a lungo.

Compensazione per la generazione di transizione: questa perdita di pensione sarà compensata gradualmente per le 15 fasce di età interessate. La compensazione dipenderà dall’età e dall’ammontare del capitale pensionistico risparmiato. Più le persone interessate sono anziane e meno capitale hanno risparmiato, più alta dovrebbe essere la compensazione.

Adeguamento dei crediti pensionistici: i contributi alle casse pensione sono versati in parti uguali dal personale salariato e dai datori e datrici di lavoro. La percentuale del salario da versare aumenta con l’età del o della dipendente. Oggi questo avviene in quattro fasi. Con la riforma, ne rimarranno solo due: per i dipendenti di età compresa tra i 25 e i 44 anni, i versamenti alla cassa pensione rappresenteranno il 9% dello stipendio, percentuale che salirà al 14% per chi ha più di 45 anni. Oggi chi ha più di 55 anni versa il 18%.

Questa misura dovrebbe migliorare le possibilità delle lavoratrici e dei lavoratori più anziani sul mercato del lavoro. Attualmente, gli elevati contributi da versare alle casse pensione rendono le persone con più di 55 anni più costose per i datori di lavoro rispetto alle persone più giovani.

Una soglia di ingresso più bassa: per essere affiliati a una cassa pensione, attualmente è necessario guadagnare almeno 22’050 franchi all’anno. Se la riforma sarà accettata, potranno essere assicurate le persone che guadagnano una cifra superiore ai 19’845 franchi. Ciò interesserà circa 100’000 lavoratori e lavoratrici.

Deduzione di coordinamento adattata: è l’importo che viene detratto dal salario lordo prima di calcolare i contributi da versare alle casse pensione. L’idea alla base di questa riduzione è che nel secondo pilastro devono essere assicurate solo le prestazioni che non sono già assicurate nel primo pilastro, l’AVS.

Finora la trattenuta di coordinamento era un importo fisso, stabilito ogni anno e indipendente dal salario e dal tasso di occupazione (oggi è pari a 25’725 franchi). Con la riforma, non si tratterà più di un importo fisso. La deduzione di coordinamento corrisponderà al 20% del salario. Nel secondo pilastro sarà quindi assicurato l’80% del salario fino a un massimo di 88’200 franchi.

Le ultime due misure, in particolare, sono volte a migliorare la previdenza per le persone a basso reddito. Tra queste si trova chi lavora a tempo parziale e le donne.

Chi tocca la riforma della LPP?

È difficile rispondere a questa domanda. Numerose casse pensioni hanno già oggi introdotto tassi di conversione più bassi. Hanno diritto di farlo se non impattano il tasso di conversione minimo legale. Quest’ultimo regola solo la parte obbligatoria del capitale per la vecchiaia e si applica a un salario annuale di al massimo 88’200 franchi.

In Svizzera, la maggior parte delle persone assicurate è affiliata a un regime denominato “previdenza extra-obbligatoria”. Molte hanno quindi già dei tassi di conversione inferiori al 6,8%.

La riforma avrebbe soprattutto un effetto sul 15%-30% delle persone assicurate che sono principalmente assicurate nel regime obbligatorio. La modifica non riguarderà chi è già in pensione. Le pensioni attuali non saranno toccate.

La riforma ha un impatto su svizzere e svizzeri all’estero?

Le persone già in pensione non sono toccate, come appena accennato. Tuttavia, la riforma potrebbe riguardare lavoratori e lavoratrici residenti all’estero che lavorano per un’azienda elvetica con una cassa pensione svizzera.

Cosa dice chi è a favore della riforma?

Per la responsabile del dipartimento degli interni, il progetto è un “progresso che porta molte cose positive”. Il Governo presenta la riforma come una soluzione di compromesso giusta ed equilibrata.

Chi sostiene il testo afferma che le future rendite della previdenza professionale obbligatoria potranno essere finanziate in modo durevole. Queste persone sottolineano che la riforma della LPP migliora la previdenza per la vecchiaia di coloro con un reddito basso. Circa 360’000 persone beneficeranno di una rendita più elevata, gran parte delle quali donne, poiché andrà a vantaggio delle persone che lavorano a tempo parziale e di chi ha diverse attività professionali.

Altro argomento del campo del “sì”: la riforma metterà fine a un’ingiustizia, poiché oggi le persone attive devono finanziare la parte obbligatoria delle rendite. Ritiene inoltre che un “no” rischi di bloccare la possibilità di riformare il sistema per almeno altri dieci anni.

Tra i sostenitori e le sostenitrici del testo, oltre al Parlamento e al Consiglio federale, si contano numerose associazioni economiche e i partiti borghesi.

Cosa dice chi si oppone alla riforma?

I sindacati criticano l’abbassamento del tasso di conversione simultaneo all’aumento dei contributi salariali. “Con questo progetto, la gente dovrà pagare di più per ricevere rendite più basse”, afferma Urban Hodel, dell’Unione sindacale svizzera. Ad approfittartene è l’industria finanziaria, poiché assorbe miliardi provenienti dalle casse prensione. Concretamente, i sindacati stimano che alcune persone riceveranno fino a 3’200 franchi in meno di rendita pensionistica.

Gli ambienti sindacali considerano sbagliato l’argomento secondo cui sarebbero soprattutto le donne a beneficiarne. “Il testo non ha soluzioni per le interruzioni del lavoro legate alla famiglia e per il lavoro a tempo parziale. Inoltre, numerose persone che esercitano più di un’attività, come le babysitter o le collaboratrici domestiche, non potranno ancora affiliarsi a una cassa pensione”, sostengono.

Tra chi si oppone alla riforma si trovano il Partito socialista, i sindacati e alcune associazioni di categoria in settori a salari bassi – come la federazione dell’albergheria e della ristorazione Gastrosuisse – le quali temono che la manodopera diventi più cara. L’Unione svizzera dei contadini ha deciso di non esprimere una raccomandazione di voto.

A cura di Benjamin von Wyl

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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