Dopo la Camera dei cantoni anche il Consiglio Nazionale ha deciso – con 132 voti contro 57 – di rivedere al ribasso gli obiettivi ambientali fissati dal governo federale dopo l’incidente nucleare di Fukushima.
L’orientamento che si sta affermando nel parlamento, chiamato a definire la strategia energetica 2050, è quello di ridurre la quota di fonti rinnovabili, da 14’500 a 11’500 gigawattora da produrre entro il 2035. Per la maggioranza “borghese”, è stato detto in aula, si tratta infatti di essere ragionevoli poiché fissare un limite troppo alto e non raggiungerlo sarebbe controproducente.
Verdi e socialisti hanno invece espresso la loro delusione per il mancato abbandono del nucleare e l’occasione persa di imprimere una svolta in ambito energetico.
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