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Aiuto sociale per gli over 50 in forte crescita

cartello su una porta
Il tasso di persone che chiedono aiuti sociali è alto soprattutto nelle città, come nella foto a Ginevra. Keystone

Nel 2017 il 3,3% della popolazione residente in Svizzera ha ricevuto una prestazione di aiuto sociale almeno una volta durante l'anno. L'aumento è forte soprattutto nella fascia d'età tra 50 e 64 anni.

Il tasso di persone che fanno capo all’aiuto sociale è rimasto relativamente stabile in Svizzera tra il 2016 e il 2017. L’anno scorso 278’345 persone hanno percepito una prestazione di aiuto sociale almeno una volta durante l’anno. Si tratta di 5’000 persone in più rispetto al 2016.

Le categorie più a rischio restano i bambini e i giovani sotto i 18 anni, i divorziati e le persone di nazionalità straniera, indica martedì in un comunicatoCollegamento esterno l’Ufficio federale di statistica.

Su un arco temporale un po’ più lungo, ovvero dal 2011 al 2017, la quota di aiuto sociale dei minorenni è cresciuta dal 4,9% al 5,3%. Meno marcata la progressione tra la popolazione di origine straniera: +0,3% al 6,3%.

Over 50 più a rischio

A preoccupare è però un altro dato. Nella fascia d’età tra i 50 e i 64 anni, si è passati da un tasso del 2,5% nel 2011 al 3,2% nel 2017. La crescita è stata così pari al 28%, a fronte di un incremento medio per l’insieme della popolazione del 10%.

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“Questo aumento – spiega l’Ufficio di statistica – è dovuto soprattutto ai beneficiari dell’aiuto sociale che ricorrono all’assistenza già da tempo”. In pratica, la durata media di percezione delle prestazioni assistenziali è aumentata in questa fascia d’età, passando da una media di 41 mesi nel 2011 a 54 mesi nel 2017.

Nel settore dell’asilo, il tasso di aiuto sociale resta molto elevato. Il 90,4% dei richiedenti (50’714 persone) ha infatti percepito delle prestazioni nel 2017.

In città più che in campagna

Le differenze sono assai forti da un cantone all’altro. In generale, nei cantoni con una forte densità urbana il tasso di aiuto sociale è superiore alla media nazionale. In cima alla lista figura Neuchâtel (7,5%), seguito da Basilea Città (6,3%), Ginevra (5,9%) e Vaud (4,7%).

In Ticino il tasso (2,7%) è leggermente inferiore al dato nazionale, mentre nei piccoli cantoni della Svizzera centrale e orientale si aggira attorno all’1%.

Le critiche di Caritas

Per Caritas è deplorevole come la Svizzera non riesca a ridurre la povertà proprio ora che l’economia sta bene. Eppure la Confederazione ha firmato l’Agenda 2030 dell’ONU con cui si impegna a diminuirla della metà, rileva l’organizzazione in un comunicatoCollegamento esterno.

Berna ha deciso quest’anno di non proseguire il programma nazionale in materia, preferendo delegare questo compito ai Cantoni e ai Comuni, deplora ancora Caritas. La digitalizzazione delle condizioni di lavoro non fa altro che aumentare la precarietà, prosegue l’organizzazione, chiedendo un adeguamento delle leggi in materia di protezione dei lavoratori e di sicurezza sociale.

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