L’assistenza sociale di fronte all’incognita coronavirus
In questi due mesi di crisi causata dal coronavirus, il numero di persone che fa capo all'assistenza sociale in Svizzera non è aumentato. Una situazione che dovrebbe però presto cambiare.
Gli strumenti esistenti per venire in aiuto a chi in queste settimane non ha potuto lavorare o ha potuto lavorare solo in parte hanno generalmente funzionato, stando alla Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (CSIAS).
A fine aprile, quasi la metà dei 5,1 milioni di lavoratori attivi percepiva una delle tre prestazioni previste in questi casi: disoccupazione, indennità per lavoro ridotto o indennità per perdita di guadagno. “Si può affermare – scrive la CSIAS in un’analisi sulle sfideCollegamento esterno a venire per l’assistenza sociale – che la perdita di reddito di una gran parte della popolazione è oggi parzialmente compensata”.
Tuttavia, per alcuni questo ‘parzialmente’ non basta, come si può vedere in questo servizio. Le indennità per lavoro ridotto rappresentano infatti solo l’80% del salario normale. Per chi ha entrate con cui normalmente si fa già fatica ad arrivare alla fine del mese, il 20% in meno può fare veramente la differenza.
Le sfide dell’assistenza sociale in Svizzera e l’intervista al responsabile del Dipartimento della socialità del cantone Ticino Raffaele De Rosa:
Finora, però, “nella maggior parte dei cantoni, il numero di persone che beneficiano di un sostegno finanziario dell’aiuto sociale non è per il momento cambiato, dopo due mesi di situazione straordinaria”, rileva la CSIAS.
Forse, al pari della donna intervistata nel servizio, diverse persone hanno fatto capo ad organizzazioni caritative per domandare un sostegno puntuale, invece di rivolgersi direttamente all’assistenza sociale.
Una cosa è però certa: nei prossimi mesi e nei prossimi anni, il numero di persone all’assistenza sociale è destinato ad aumentare. Attualmente sono circa 270’000. Con la crisi che si annuncia come la peggiore dalla fine della Seconda guerra mondiale, la CSIAS prevede che entro il 2022 potrebbero essere da 53’000 a 100’000 in più.
Le lacune dell’assistenza sociale
Il sistema dell’assistenza sociale in Svizzera soffre di “serie lacune per quanto concerne le persone che non hanno diritto o hanno diritto solo parzialmente” all’aiuto, sottolinea la CSIAS.
Ciò riguarda soprattutto chi non ha un permesso di lavoro valevole e spesso vive di lavori precari. La situazione è particolarmente difficile nel cantone Ginevra, come emerso ancora in queste settimane durante delle distribuzioni di derrate alimentari.
Molti stranieri con un permesso valido rinunciano inoltre a presentare una richiesta di assistenza, temendo di vedersi ritirare il titolo di soggiorno. Questa misura è infatti contemplata nella legge sugli stranieri.
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