Il presidente della Confederazione Guy Parmelin è stato ricevuto da Papa Francesco, in occasione del giuramento di 34 nuove Guardie svizzere, che ha espresso compiacimento per le buone relazioni e la fruttuosa collaborazione che intercorrono tra la Santa Sede e la Confederazione Elvetica.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 6.5.2021)
Nell’udienza al Palazzo apostolico vaticano è stata ribadita, i indica una nota, “la volontà di rafforzare tale collaborazione reciproca sulle principali questioni internazionali e su ambiti di comune interesse”. Il pontefice ha anche incontrato i nuovi soldati della milizia vaticana, accompagnati dai familiari, che alle 17 hanno prestato giuramento nel Cortile di San Damaso.
“È motivo di grande apprezzamento il fatto che dei giovani scelgano di dedicare alcuni anni della loro esistenza nella generosa disponibilità al Successore di Pietro e alla Comunità ecclesiale”, ha affermato Papa Bergoglio.
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“Questa circostanza – ha continuato il Pontefice – mi offre l’opportunità di ringraziare pubblicamente tutti i membri della Guardia Svizzera per il diligente adempimento del loro servizio” e per “la vostra capacità di coniugare gli aspetti professionali e quelli spirituali, esprimendo così la vostra devozione e fedeltà alla Sede Apostolica”.
Concetti condivisi da Guy Parmelin che al giuramento era accompagnato dai presidenti delle due Camere federali Andreas Aebi e Alex Kuprecht. La cerimonia si è svolta in forma ristretta con un numero ridotto di invitati, per i noti motivi sanitari (solo i genitori e i fratelli e sorelle delle nuove guardie sono stati ammessi).
Come ogni anno questo rituale si svolge il 6 maggio in ricordo del massacro dei 147 soldati elvetici per mano dei lanzichenecchi, morti per difendere Clemente VII durante il Sacco di Roma del 1527. Il contingente, formato attualmente da 135 guardie, era stato creato da papa Giulio II 21 anni prima.
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