Vaccini, Berna interviene sulla formazione del personale sanitario
Occorre intervenire sulla formazione dei professionisti della salute per fornire l'esatta informazione ai cittadini in materia di vaccini.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 24.6.2019)
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È quanto indicano tre studi commissionati dall’Ufficio federale della sanità pubblica preoccupato per le teorie che si stanno diffondendo in modo incontrollato, grazie anche alle nuove piattaforme di comunicazione digitale.
La Svizzera non sta infatti raggiungendo gli obiettivi previsti in tema di prevenzione di certe patologie trasmissibili. In particolare, preoccupa l’espansione del morbillo, di cui sono stati già diagnosticati 166 casi da inizio gennaio a maggioCollegamento esterno. Per questo motivo il governo federale ha lanciato nel 2017 una strategia a livello nazionale per proteggere la popolazione da queste minacce.
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Secondo le ricerche condotte in materia è risultato che una persona su cinque ha difficoltà a prendere decisioni in tema di vaccinazioni e più in generale non vi è la dovuta attenzione nell’opinione pubblica su questa questione. Per questo motivo, sottolinea uno dei tre studi, per eliminare le incertezze al riguardo occorre informare meglio la popolazione.
Un’altra indagine mette in rilievo la formazione degli operatori sanitari, il cui ruolo è fondamentale nella consulenza dei pazienti. Se per i medici di famiglia non sussistono problemi particolari, per il personale non medico come levatrici e assistenti medici si è notato un'”attitudine più passiva”. Ragione per la quale il rapporto raccomanda un’istruzione mirata e più approfondita per queste figure professionali.
I soggetti che hanno conoscenze superiori alla media sui vaccini, sottolinea sempre uno studio, sono favorevoli a questo tipo di prevenzione nella misura dell’89%. Alla luce di questi rapporti l’Ufficio federale della sanità pubblica intende coinvolgere ora i competenti organi federali e cantonali per migliorare la formazione degli operatori sanitari.
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