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Samnaun, il villaggio retico in terra austriaca che parla l’alto bavarese

Samnaun
Il villaggio di Samnaun, unica zona franca della Svizzera, d'inverno spesso è raggiungibile solo dall'Austria. tvsvizzera

Gli abitanti di Samnaun, a differenza degli altri abitanti dell’Engadina, non parlano né romancio né svizzero tedesco. Qui, in questa valle remota all’estremo est dei Grigioni, si parla l’alto bavarese. Questo villaggio, da povero insediamento di contadini isolati per la maggior parte dell’inverno, oggi è diventato un comune benestante grazie all’unica zona franca della Svizzera. Ma è il turismo invernale il vero motore di Samnaun.

Concludiamo il breve viaggio in una Svizzera sconosciuta. Non tanto per i luoghi in sé (alcuni sono davvero turisticamente molto noti) quanto per la loro storia o per una loro peculiare caratteristica.

Dopo Indemini in Ticino, e Gondo in Vallese questa volta andiamo a Samnaun nei Grigioni.

I tre villaggi condividono una caratteristica particolare: tutti i tre sono politicamente svizzeri da sempre ma geograficamente appartengono alle nazioni vicine, Italia (Indemini e Gondo) e Austria (Samnaun).

Nonostante questa caratteristica comune, c’è un aspetto curioso, quello linguistico, dove l’evoluzione è stata per i tre villaggi completamente diversa. Se a Indemini si parla italiano come nei comuni limitrofi italiani, a Gondo non c’è stata contaminazione e si continua a parlare unicamente lo svizzero tedesco. Questo nonostante Gondo sia sul confine con l’Italia e Domodossola resti un centro di riferimento (25 chilometri da Gondo). A Samanun, per contro, il romancio ha lasciato il passa all’alto bavarese (caso unico in Svizzera): gli abitanti non parlano ormai da tempo il romancio e non sono stati contaminati dallo svizzero tedesco. Vedremo il perché.

I tre villaggi condividono diverse caratteristiche ma differiscono in molti altri aspetti. Per conoscerli abbiamo fatto un viaggio in questi tre villaggi atipici.

Il viaggio per arrivare a Samnaun è lungo, molto lungo. Attraversata da cima a fondo tutta l’Engadina, a pochi passi dall’Austria virando a sinitra a Vinadi, la strada inizia a salire verso Samnaun. Per arrivare alla nostra destinazione ci attendono ancora una quindicina di chilometri lungo una strada di montagna tortuosa, spesso a una sola carreggiata, attraverso diversi tunnel stretti e poco illuminati.

Come ci dirà poi Arno Jäger, l’anima di Samnaun (del villaggio sa tutto, dalle origini a oggi), la strada sul lato elvetico è stata costruita solo dopo una decisione del Consiglio federale che risale al 1905. Fino allora l’unico modo per raggiungere Samnaun era passare dall’Austria. Ancora oggi, d’inverno, la strada sul lato svizzero è spesso chiusa, e l’alternativa austriaca è la sola che permette di raggiungere la località di Samnaun tutto l’anno.

Il villaggio, composto da cinque frazioni e abitato da un migliaio di abitanti, è situato in una valle che va da ovest a est e funge da cuscinetto tra l’Engadina bassa e il Tirolo austriaco. Geograficamente è una valle che sbocca in Austria ma politicamente, salvo qualche decennio nel 17.esimo secolo di dominazione austriaca, Samnaun fa da sempre parte di quello che oggi conosciamo come Canton Grigioni.

L’intervista a Arno Jäger:

Prendiamo alloggio in un albergo a Samnaun Dorf, il centro dello shopping duty-free. Negozi, alberghi e ristoranti sono concentrati soprattutto qui. Le altre frazioni sono dei piccoli villaggi di montagna, veri gioielli dall’architettura tirolese.

Zona franca

La sua storia è davvero particolare. Conosciuta come unica zona franca della Svizzera, oggi Samnaun vive di turismo, soprattutto invernale. Sulla nascita della zona franca vi invitiamo a vedere il video nel quale Arno Jäger spiega l’importanza che ha avuto il “duty free” per lo sviluppo del piccolo villaggio di montagna.

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Il villaggio di Gondo.

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Basti pensare che c’è gente in inverno che da Ischgl in Austria sale con gli impianti in cima alla montagna e scende con gli sci a Samnaun tanto per concedersi un giro di shopping… E pensare che prima di partire da Lugano abbiamo fatto il pieno di benzina, senza riflettere che a Samnaun l’avremmo pagata 50 centesimi meno al litro.

Tutto inizia mille anni fa…

Circa 1000 anni fa, le famiglie contadine della Bassa Engadina erano alla ricerca di nuovi pascoli. Trovarono quello che cercavano nella Valle di Samnaun. Sembrava un’area agricola ideale. “Il clima particolare della nostra valle – racconta Jäger – permetteva di coltivare cereali fino a 1800 metri di altitudine, cosa che in Engadina era possibile solo fino a 1450 metri”.

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Per raggiungere Samnaun all’epoca dell’insediamento c’erano solo tre vie di comunicazione attraverso i passi dall’Engadina tutti attorno ai 2’600 metri di altezza. Nei mesi invernali i primi coloni che si insediarono a Samnaun erano isolati dal resto del mondo. “Solo nel XIII secolo – chiarisce Jäger – fu costruita una mulattiera sul lato austriaco che portava alla località tirolese di Pfunds. Una mulattiera che fu gradualmente estesa. Si dovrà attendere il 1830 per la realizzazione di una vera strada e non più una mulattiera con la quale fosse possibile arrivare a Pfunds con un cavallo e un carro”.

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Lingua madre, alto bavarese

Dal 1621 al 1635 Samnaun è stata sotto il dominio austriaco. Nello stesso periodo la valle è stata colpita per ben due volte dalla peste. Le persone rimaste in alta valle erano sempre meno. La strada che portava verso il Tirolo ha però facilitato i rapporti economici e anche personali con i vicini austriaci. Tanto che gli uomini e le donne di Samnaun, ma soprattutto gli uomini, iniziarono a sposare le donne del vicino Tirolo. “Cosa parliamo a casa? La cosiddetta lingua madre” sottolinea Jäger. “Le madri erano tirolesi – continua Jäger – e nel corso di circa 100 anni abbiamo trasformato il nostro romancio, cioè una lingua neolatina, in una lingua tedesca, in particolare nel dialetto tirolese, che è un ceppo dell’alto bavarese. Siamo l’unica comunità svizzera che non parla lo svizzero tedesco, ma l’antico bavarese”.

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villaggio innevato

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Fieri di essere svizzeri

A differenza di molte realtà di confine, gli abitanti di Samnaun hanno sviluppato nei secoli, come abbiamo visto, ottimi rapporti con i vicini. “Forse dovrei dire in anticipo che noi siamo svizzeri, felici e orgogliosi di essere svizzeri. Ma i nostri rapporti personali con l’Austria si sono sviluppati naturalmente grazie ai numerosi matrimoni e alla vicinanza geografica. Siamo molto legati alla popolazione dei vicini paesi tirolesi, ma anche a quelli di Ischgl. Queste persone sono le nostre famiglie”.

Ciò che però ha maggiormente avvicinato Samnaun all’Austria è il collegamento con la funivia con la località turistica austriaca di Ischgl e la creazione del comprensorio sciistico transnazionale Ischgl/​Samnaun – Silvretta Arena che risale al 1977. Il comprensorio di sport invernali si trova ad un’altitudine tra i 1’360 e i 2’872 metri e offre 239 chilometri di pisteCollegamento esterno con 46 impianti di risalita.

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“Questo collegamento turistico ha rafforzato ulteriormente i nostri rapporti con gli austriaci”, ammette Jäger, “tuttavia, abbiamo forti legami economici anche con i nostri vicini dell’Engadina. Da questi rapporti dipendono ovviamente tutti servizi per la popolazione, dalle cure sanitarie alla gestione dei rifiuti, fino all’organizzazione turistica”.

Per ora la scuola resta in paese

A Samnaun, nella frazione di Kompatsch c’è ancora la scuola, dalla prima alla nona classe (elementari e scuole secondarie). “La scuola secondaria è difficile da mantenere – ammette Jäger – perché negli ultimi anni l’abbiamo tenuta aperta solo grazie al permesso speciale del Cantone. Manca il numero minimo legale di allievi. Speriamo di poterla mantenere ancora per qualche anno”.

Probabilmente l’unica soluzione possibile sarà la collaborazione con i vicini del comune engadinese di Valsot che stanno vivendo lo stesso problema. Ma Valsot dista a oltre 20 chilometri da Samnaun e per raggiungerlo ci vuole più di mezz’ora d’auto.

Non sarà questa distanza a spaventare gli abitanti di Samnaun, abituati a questi spostamenti per non restare isolati dal resto dei Grigioni e della Svizzera.

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