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San Rocco, il più invocato durante la pandemia

Il campanile della chiesa di San Rocco a Lugano
Il campanile della chiesa di San Rocco in pieno centro di Lugano. Keystone / Martin Ruetschi

San Rocco, che sin dal tardo Medioevo protegge dalle epidemie e dalle malattie gravi, è il santo più invocato durante la pandemia. Anche nella Svizzera italiana dove non mancano le chiese dedicate a questo santo di Montpellier che lasciò la sua casa, distribuendo i suoi averi ai più poveri, per andare a Roma ai tempi in cui si stava diffondendo la peste.

Secondo quanto viene tramandato dalla tradizione, dove passava San Rocco la peste spariva. La fede popolare da sempre si rivolge a protettori speciali per prevenire e combattere di tutto, anche le malattie. Per chi crede, la preghiera è un’arma contro la diffusione del male. Non stupisce dunque che nei giorni dell’emergenza da coronavirus si moltiplichino pure le invocazioni di aiuto, per intercessione dei santi.

San Rocco è il protettore dalla peste e più in generale dalle epidemie. Pellegrino vissuto nel XIV secolo, San Rocco era figlio di un governatore di Montpellier. Quando i genitori morirono Rocco aveva 20 anni, e decise di vendere i suoi beni e farsi povero in Cristo, come San Francesco d’Assisi. Entrò nel Terz’Ordine, e vestito da pellegrino prese la strada di Roma, chiedendo l’elemosina. Durante la peste scoppiata in Italia si dedicò a curare le vittime povere, e ottenne molte guarigioni.

Santuari e chiese a lui dedicati, solo in Italia se ne contano circa tremila, ma non mancano neppure in Ticino.

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