Le casse malattia dispongono di "sufficienti" riserve per finanziare i costi sostenuti da ospedali, medici e pazienti durante questa crisi ancora in corso. Le spese aggiuntive generate dalla pandemia di coronavirus non dovrebbero ripercuotersi sui premi del 2021.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
È quanto ha affermato la direttrice di Santésuisse (associazione mantello degli assicuratori malattie), Verena Nold. “Oggi, non ci sono particolari timori da avere in relazione ai premi del 2021”, ha dichiarato Nold in un’intervistata pubblicata giovedì dal giornale economico L’Agefi. “Le riserve sono solide, consistenti. Siamo convinti che basteranno per far fronte alla crisi del coronavirus”.
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Le casse malattia hanno accumulato circa 8,3 miliardi di franchi di riserve, ossia poco più di un quarto del volume di prestazioni rimborsate nel 2019, pari a 32 miliardi di franchi. Inoltre, i premi 2021 sono fissati sulla base di una proiezione dei costi per l’anno in questione, non secondo quelli effettivi del 2020 e dei possibili costi aggiuntivi generati dal Covid-19.
Per Verena Nold è poi ancora troppo presto fornire stime sull’evoluzione dei costi in relazione alla pandemia. Da un lato, i pazienti in terapia intensiva sono costosi, ma ci sono anche delle spese che cadono visto il rinvio di operazioni chirurgiche e il calo delle consultazioni negli studi medici, spiega la direttrice dell’associazione degli assicuratori malattia svizzeri.
Secondo Nold, molto probabilmente ci sarà “un effetto di recupero” per parte di queste operazioni e consultazioni che potrebbe intervenire ancora quest’anno. “È una questione di pianificazione che pone grandi sfide”, conclude la direttrice di Santésuisse.
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