Le chiese evangeliche fanno rete contro gli abusi
Le chiese evangeliche-riformate svizzere, da gennaio, possono scambiarsi informazioni sui candidati ai posti di pastore. Una misura per evitare che chi è stato allontanato per comportamenti inappropriati o molestie (o si è licenziato dopo che sono emerse) si faccia assumere altrove con la stessa funzione.
Sono 20, le chiese cantonali (nella Confederazione sono enti di diritto pubblico tuttora legati allo Stato, cfr. Dizionario storico della SvizzeraCollegamento esterno) che ora potranno vagliare con più attenzione i profili dei ministri di culto.
Quando tra i candidati figura qualcuno che arriva da un altro cantone, sarà possibile chiedere alla relativa chiesa informazioni su come ha svolto il proprio incarico. È servito, per questo, un adeguamento di legge.
Per un sano rapporto con la vicinanza
“L’obiettivo finale”, spiega Sabine Scheuter, che da vent’anni si occupa di prevenzione e delle vittime di abusi nella chiesa evangelica di Zurigo, è che “abbiano un rapporto sano e professionale con la vicinanza interpersonale caratteristica della loro attività”.
“E che le persone che ci chiedono aiuto o di cui ci occupiamo, come bambini e giovani”, continua Scheuter, che in due decenni ha incontrato soltanto due casi gravi, “possano sentirsi il più sicure possibili”.
La chiesa evangelica zurighese ritiene che le molestie non siano diffuse al suo interno, ma la misura vuole avere anche un effetto preventivo.
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