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Il Covid castiga anche il settore paralberghiero

Un campeggio in riva a un lago svizzero
Dai campeggi i primi segnali di ripresa del turismo. Keystone / Jean-christophe Bott

Nel corso del secondo trimestre del 2020, il settore paralberghiero ha contabilizzato 1,2 milioni di pernottamenti in Svizzera. Con 1,1 milioni di pernottamenti, la domanda era costituita per il 91,5% da ospiti svizzeri.

Con l’assenza dei turisti stranieri, il settore paralberghiero ha subito in pieno nel secondo trimestre le conseguenze della crisi del coronavirus: i pernottamenti, come detto, sono stati 1,2 milioni. Nello stesso periodo del 2019 erano 3,2 milioni. Il calo è quindi del 62%.

Stando ai dati Collegamento esternodiffusi dall’Ufficio federale di statistica la flessione più marcata è quella che ha interessato gli alloggi collettivi (ostelli della gioventù, sistemazioni per gruppi, ecc.), con un crollo da 1,2 milioni a 191’000. Le notti nelle case di vacanza sono scese da 995’000 a 465’000, mentre quelle nei campeggi sono passate da 1,0 milioni a 572’000.

Non tutto è perso. Nei campeggi, per esempio, va segnalata la forte ripresa in giugno, con 553’950 pernottamenti (seguiti allo zero di aprile e ai 18’000 di maggio), quasi interamente grazie alla clientela elvetica: gli stranieri sono stati solo 36’000.

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