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Il lockdown durerà ancora per molto tempo

Alain Berset durante la conferenza stampa tra due bandiere svizzere
Le autorità non sono pronte a riaprire tutto dopo il 28 febbraio. Keystone / Anthony Anex

Quando si tornerà alla normalità? Quando si uscirà dal secondo lockdown? Troppo presto ancora per dirlo. Il Consiglio federale vuole osservare la situazione nei prossimi giorni prima di prendere decisioni. Appare però chiaro che un ritorno alla normalità non è per domani.

Il governo, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset, è confrontato a un vero e proprio dilemma: da una parte il tasso di positività e il numero di nuove infezioni giornaliere sono in calo e hanno raggiunto valori che non si vedevano più da ottobre.

D’altra parte, “siamo confrontati a una pandemia nella pandemia”, ha detto Berset facendo riferimento alle nuove varianti del virus. Attualmente siamo in una situazione simile a quella di inizio ottobre con la differenza che le varianti inglese e sudafricana sono del 40-50% più contagiose.

Insomma, se è vero che per il momento l’espansione delle nuove varianti non è visibile nelle cifre giornaliere, i dati dimostrano che i casi riconducibili a queste varianti raddoppiano ogni settimana. Il tasso di riproduzione Re – che indica quante persone un infettato contagia in media con il coronavirus – ha già superato quota 1 in una decina di cantoni, e ciò malgrado il lockdown, ha sottolineato Berset.

In questo contesto, ha spiegato Berset, “non è realistico pensare a un massiccio allentamento” delle misure restrittive dopo il 28 febbraio. Il Consiglio federale ha discusso sul cosa si può fare per trovare il miglior modo per uscire da questa situazione ma non ha preso alcuna decisione, ha aggiunto il ministro della sanità affermando che un nuovo punto della situazione verrà fatto tra due settimane.

Vaccinazione gratuita anche per gli stranieri

Berset ha anche annunciato alcune misure per estendere la cerchia delle persone che possono farsi vaccinare gratuitamente contro il coronavirus in Svizzera. Berna assumerà i costi anche per chi vive in Svizzera ma non è soggetto all’assicurazione malattie obbligatoria, come il personale diplomatico e i dipendenti di organizzazioni internazionali.

Potranno farsi vaccinare gratuitamente nella Confederazione anche i frontalieri che lavorano in strutture sanitarie elvetiche ma che sono assicurati contro le malattie nel Paese in cui risiedono.

Secondo le stime, il nuovo disciplinamento interessa circa 150’000 persone. Le spese sono stimate in 3,5 milioni di franchi. Sono tuttavia inferiori ai costi amministrativi che avrebbe causato l’emissione di una fattura per ogni singola vaccinazione.

Ritardi nelle vaccinazioni

Più in generale, Berset non ha nascosto che ci sono ritardi per quel che concerne la campagna di vaccinazione. Ad ogni modo, ad essere determinante è la quantità di dosi fornite dai produttori. In questo contesto, i nuovi contratti conclusi con Curevac, Novavax e Moderna sono delle buone notizie. L’obiettivo è sempre quello di poter vaccinare entro l’estate tutti quello che lo desiderano.

Il servizio del telegiornale sulle decisioni del Consiglio federale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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