Cioccolato, aiuti ai contadini anziché all’export
Il Consiglio degli Stati ha approvato mercoledì, senza opposizioni, la revisione di legge che mette fine alle sovvenzioni per l’esportazione di prodotti come biscotti o cioccolato. Invisi all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), i contributi andranno ora alla produzione di latte e cereali.
La Legge federaleCollegamento esterno sull’importazione e l’esportazione dei prodotti agricoli trasformati risale al 1974. Consente alla Confederazione di sostenere l’export di prodotti che risentono del prezzo elevato del latte e dei cereali svizzeri, per questo è comunemente chiamata “Legge sul cioccolato”.
Sostegno diretto ai contadini
L’Organizzazione mondiale del commercio, in una decisione adottataCollegamento esterno nel dicembre 2015 a Nairobi dalla Conferenza ministeriale, ha disposto che le sovvenzioni all’esportazione siano eliminate entro fine 2020.
Per potersi adeguare, preservando al contempo la creazione di valore nell’industria agroalimentare, la Svizzera introduce nella Legge sull’agricoltura delle misure d’accompagnamento a favore dei settori più colpiti.
La principale compensazione è costituita da un sostegno finanziario alla produzione del latte e dei cereali panificabili, da versare direttamente ai contadini.
Quasi 100 milioni l’anno
Il Consiglio federale (governo) proponevaCollegamento esterno un contributo di 67,9 milioni di franchi l’anno per il periodo 2018-2020, equivalente a quello inizialmente previsto per le esportazioni. Il Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento svizzero) ha deciso mercoledì di innalzare la somma a 94,6, pari a quanto speso nel 2016 e 2017.
Lo scorso anno, secondo dati dell’Amministrazione federale delle doganeCollegamento esterno diffusi in febbraio, il credito è andato a un’ottantina di aziende, ma all’atto pratico oltre due terzi delle sovvenzioni sono state intascate da quattro gruppi industriali: Nestlé, il gruppo alimentare Mondelez (produttore del Toblerone), il trasformatore di latte Hochdorf e Lindt & Sprüngli.
Importazione di materie prime
Una seconda misura di compensazione mira a consentire l’accesso alle materie prime in quantità sufficienti a condizioni competitive, per meglio confrontarsi con la concorrenza estera. L’industria alimentare esportatrice svizzera potrà importare tali beni in franchigia delle tasse doganali.
Se anche il Consiglio Nazionale (camera bassa) adotterà la revisione legislativa, la stessa dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2019. Le misure d’accompagnamento saranno sottoposte a una valutazione quattro anni dopo la loro introduzione.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.