Il tasso di disoccupazione in Svizzera è calato a marzo rispetto al mese precedente di 0,3 punti, al 2,9%. Era da quattro anni che la percentuale di senza-lavoro non scendeva sotto la soglia del 3%. Ad influire sui dati sono anche alcuni cambiamenti tecnici sul metodo di registrazione dei disoccupati, ma secondo la Seco "la ripresa è arrivata in ogni settore".
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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 09.04.2018)
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A fine marzo in Svizzera risultavano iscritti agli uffici regionali di collocamento 130’413 disoccupati, ossia 13’517 in meno rispetto a febbraio, ha reso noto lunedì la Segreteria di Stato dell’economiaCollegamento esterno (Seco). Rispetto allo stesso mese 2017 i disoccupati sono diminuiti di 21’867 unità (-14,4%).
In Ticino il tasso di disoccupazione nel mese in rassegna è stato del 3,1%, in calo di 0,6 punti rispetto a febbraio (5’223 unità, meno 1’016), nei Grigioni dell’1,4%, in calo di 0,1 punti (1’541 unità, meno 112).
Neuchâtel rimane il cantone con la quota più alta (5,3) mentre quella più bassa è a Obvaldo dove il tasso è addirittura dello 0,7%.
Oliver Schärli, capo della Direzione del lavoro presso la Seco, ha definito in una conferenza telefonica lo sviluppo nel mercato del lavoro “molto buono”. Così pochi disoccupati erano stati segnalati l’ultima volta nel 2015, mentre un livello così basso del tasso non veniva registrato dalla primavera del 2014.
“La ripresa è arrivata ovunque”
Secondo Schärli è particolarmente positivo che tutte le cifre presentino un meno, quindi ogni settore e gruppo professionale di tutte le fasce d’età e regioni. “La ripresa è arrivata ovunque, anche nel settore dell’industria delle macchine orientata all’esportazione”, ha detto Schärli.
Oltre ad una buona situazione economica generale e a componenti congiunturali e stagionali – rileva la Seco – sul dato di marzo hanno influito anche i cambiamenti tecnici apportati alla registrazione dei disoccupati. Quest’ultimi permettono di classificare automaticamente le mutazioni delle situazioni professionali, riducendo il lavoro di registrazione degli uffici. Secondo Schärli ciò migliora la qualità dei dati. Secondo le stime senza queste modifiche sarebbero stati conteggiati nel totale circa 4’000 disoccupati in più.
Senza tale effetto, il numero dei disoccupati si è ridotto comunque di oltre 9’000 unità su base mensile. Circa 7’000 di queste sono legate ad aspetti stagionali, in particolare nell’edilizia, ma circa 2’000 sono “chiaramente attribuibili alla ripresa economica”, ha precisato Schärli.
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