Gli stereotipi di genere perdono importanza
Oltre il 99% delle popolazione svizzera si considera senza dubbi un uomo o una donna. Malgrado ciò, rileva un sondaggio sul tema del genere, le sfumature sono importanti per molte persone nella descrizione della propria identità.
Stando all’inchiesta, pubblicata dall’istituto di ricerca Sotomo e ordinata dalla piattaforma “Geschlechtergerechter”, solo lo 0,4% si considera esplicitamente come non binario, ovvero non si riconosce in nessuno dei due sessi.
Ma quando si passa alle caratteristiche complete, lo schema si fa più complesso. Solo il 14% degli uomini si ritiene infatti esclusivamente maschio e solo il 6% delle donne esclusivamente femmina. Il 12% del totale si percepisce tanto maschio quanto femmina.
Secondo lo studio, per il 55% della popolazione il sesso è importante o piuttosto importante per la propria identità. Il 60% delle donne considera che il genere determini chi sono, percentuale che scende al 49% fra gli uomini.
Le donne sono maggiormente confrontate con la loro femminilità a causa della persistenti discriminazioni, mentre gli uomini associano meno le loro possibilità e limitazioni al sesso di appartenenza, spiegano gli autori della ricerca, effettuata interrogando online 2690 persone nelle tre regioni linguistiche fra il 29 settembre e il 1 novembre. Un divario ideologico appare comunque fra gli uomini: per il 62% di quelli di destra, essere un uomo è importante. Al contrario, solo il 12% di quelli di sinistra si identifica in modo forte con il proprio genere.
Differenze sessuali: cause sociali e biologiche
La maggioranza delle persone coinvolte stima che le differenze fra i sessi abbiano ragioni sia biologiche che sociali. Il tasso di chi pensa che le diversità di comportamento siano innate si ferma al 17%. Una quota identica è convinta che esse siano unicamente il risultato di convenzioni. Gli uomini in là con l’età sono la categoria che più spesso sottolinea l’importanza dei fattori biologici.
Solo il 18% ritiene poi che esistano unicamente uomini o donne. Il fatto che alcune persone non si facciano classificare in questo schema classico è oggi ricorrente, viene indicato nello studio. Il campione interpellato è invece diviso su come l’amministrazione dovrebbe gestire tale dato di fatto: la metà crede infatti che la prassi di designare qualcuno nei documenti ufficiali con uno dei due sessi, in vigore attualmente in Svizzera, debba essere cambiata.
Piace poco invece (al 7%) l’utilizzo dell’asterisco di genere e di altre tipologie di scrittura simili, usate con l’intento di creare un linguaggio più inclusivo. D’altro canto non convince nemmeno l’uso del maschile per riferirsi anche alle donne, formulazione approvata dal 27% degli intervistati.
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