Sono stati necessari diversi anni ma il tanto atteso accordo tra la Svizzera e l’Italia sulla tassazione dei frontalieri è stato trovato, ma per la firma definitiva bisognerà attendere. Le delegazioni attive sul fronte delle trattative hanno infatti parafato martedì l’intesa, come si legge in una nota della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI).
Roma ha però dichiarato unilateralmente che il testo verrà firmato e ratificato da Governo e Parlamento solo se la Svizzera rinuncerà a ogni forma di discriminazione e s’impegnerà nell’individuare una soluzione “euro-compatibile” all’applicazione del voto del 9 febbraio 2014 per limitare l’immigrazione.
Per quanto riguarda l’imposizione, precisa il comunicato svizzero, lo Stato in cui viene svolta l’attività lavorativa imporrà sul reddito da lavoro dipendente al 70% “al massimo dell’imposta risultante dall’applicazione delle imposte ordinarie sui redditi delle persone fisiche”. Lo Stato di residenza applicherà le proprie imposte sui redditi delle persone fisiche ed eliminerà la doppia imposizione.
Oltre al nuovo modello d’imposizione dei frontalieri, Roma e Berna hanno negoziato un protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni volto ad introdurre lo scambio di informazioni fiscali su richiesta tra i due Paesi, nell’attesa che si passi allo scambio automatico. Dopo il voto favorevole del Consiglio nazionale, sulla questione dovrà ora pronunciarsi il Consiglio degli Stati. Anche il Parlamento italiano dovrà avallare il testo.
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