Tagliare i fondi all’UNRWA? Le due Camere del Parlamento svizzero non sono unanimi
Milioni di persone dipendono dagli aiuti dell'UNRWA.
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Mentre il Consiglio nazionale vorrebbe sopprimere il contributo annuale di 20 milioni di franchi versato all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), la Camera dei Cantoni intende analizzare l'impatto di una simile misura prima di prendere una decisione. Il Telegiornale della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI ha intervistato il segretario generale dell'UNRWA, lo svizzero Philippe Lazzarini:
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Lunedì la Camera bassa del Parlamento svizzero aveva creato scalpore, decidendo, nell’ambito del dibattito sul budget 2024, di tagliare i 20 milioni di franchi previsti per l’ente dell’ONU che sostiene i rifugiati palestinesi. Il motivo: secondo la maggioranza del Consiglio nazionale, l’UNRWA sarebbe troppo di parte e troppo foriera di un discorso anti-israeliano.
La decisione del Consiglio nazionale, che l’aveva approvata con 116 voti favorevoli e 78 contrari, non è però stata avallata giovedì dalla Camera alta. Il Consiglio degli Stati ha infatti stabilito, per 23 voti a 21, di mantenere il versamento all’UNRWA. Prima di decidere eventuali tagli, la Camera dei Cantoni vuole che ne siano analizzate le conseguenze.
Considerato l’importante ruolo delle organizzazioni ONU nella Striscia di Gaza, un taglio non è appropriato, ha sottolineato l’esponente del Centro Charles Juillard. La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha evocato un danno d’immagine per la Svizzera qualora il taglio dovesse essere confermato.
Viste le divergenze tra le Camere, il dossier torna ora in Consiglio nazionale, che dovrà statuire lunedì.
La decisione del Consiglio nazionale aveva creato sconcerto in seno alle Nazioni Unite. Il commissario generale dell’UNRWA, l’italo-svizzero Philippe Lazzarini, aveva dichiarato sulle reti sociali di essere “abbattuto”. Lazzarini aveva inoltre sottolineato che l’agenzia è il principale attore internazionale nella risposta ai bisogni umanitari nella Striscia di Gaza, dove più di un milione di persone sono state sfollate in due mesi. Più di 130 dei suoi dipendenti sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani.
“Abbiamo bisogno di più aiuti, non di meno”, aveva affermato dal canto suo il sottosegretario generale dell’ONU per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza, Martin Griffiths. Per l’esponente delle Nazioni Unite, la decisione contrasta anche con la volontà del Governo svizzero di aumentare l’assistenza umanitaria e la protezione degli operatori umanitari nel territorio palestinese.
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