La svolta energetica in un piccolo semaforo
La mobilità del futuro richiederà sempre più energia elettrica. Ma l'abbandono del nucleare -e la scarsa possibilità di costruire nuovi grandi impianti idroelettrici- impongono di immettere in rete sempre più energia prodotta localmente, specie solare ed eolica, fonti che per natura sono poco prevedibili e pilotabili. Come mettere in equilibrio produzione e consumo? Una società elettrica della Svizzera italiana ha avuto un'idea. Che fa anche risparmiare alle famiglie fino a 200 franchi l'anno.
In Svizzera, le economie domestiche non hanno ancora libertà di scelta del fornitore di energia elettrica (introdotta invece nel 2009 per i consumatori oltre 100’000 kWh/anno). Spesso, tuttavia, anche i piccoli clienti hanno delle opzioni, come pagare di più affinché il proprio consumo sia coperto dalla produzione idroelettrica locale o da fonti rinnovabili, oppure mantenere il dispendio di energia sotto una certa soglia per beneficiare di un bonus.
Da tre mesi, l’Azienda multiservizi di Bellinzona propone anche una vera e propria tariffa dinamica (opzionale), che varia in base alla richiesta. “Così come è impostata, vale a dire offerta a tutti i clienti e con la tariffa che cambia fino a tre volte al giorno, è una novità a livello svizzero”, spiega il direttore Mauro Suà.
Un piccolo dispositivo luminoso, appeso ad esempio alla porta del frigo, indica quando utilizzare gli apparecchi elettrici che consumano di più: se il “semaforino” segna verde l’elettricità costa meno, se è rosso è più cara.
Consentirà alle famiglie di risparmiare, a seconda delle abitudini, da 50 a 200 franchi l’anno, e all’azienda di indirizzare l’utilizzo dell’energia verso i momenti della giornata in cui il carico sulla rete è basso, così da attenuare i picchi di consumo e sfruttare meglio la produzione da fonti rinnovabili. “Dall’annuncio di inizio febbraio, i clienti che l’hanno sottoscritta sono poco più di un centinaio”, riferisce l’ingegnere, ciò che “rappresenta le nostre aspettative” e consente di raccogliere le prime, importanti esperienze.
Per l’AMBCollegamento esterno, che è un’impresa orientata alle economie domestiche (sommate ai piccoli commerci assorbono circa il 60% dell’energia erogata), questa tariffa è infatti un banco di prova per l’introduzione di ulteriori offerte coerenti con la Strategia energetica 2050Collegamento esterno elaborata dal Consiglio federale (governo).
I punti cardine della Strategia
-Sviluppo delle rinnovabili
-Efficienza energetica
-Abbandono del nucleare
-Rinnovamento delle reti
Innovazioni che l’azienda può varare anche grazie ai contatori intelligenti, apparecchi che oltre a misurare il consumo di elettricità consentono uno scambio di dati con il fornitore. Ne è provvisto “l’85% dei nostri clienti, che sono in totale 40’000”, precisa il direttore. A coloro che non hanno ancora uno smart meter e chiedono la nuova tariffa, l’AMB non fa che installarlo.
Come funziona
“Ogni giorno, entro le 12, comunichiamo le fasce orarie di alta e bassa tariffa del giorno dopo”. La differenza di prezzo è maggiore di quella che intercorre tra le classiche tariffe diurna e notturna, che “negli anni si è assottigliata sempre più”, rileva Suà, e nel caso dell’AMB è di 2 centesimi per kilowattora. “Con la tariffa dinamica può arrivare fino a 7 centesimi su un totale -tra energia, rete e tasse- di 18 o 19, quindi è più di un terzo”.
La tariffa cambia fino a tre volte al giorno. Tra un cambio di tariffa e l’altro trascorrono almeno tre ore. L’idea, naturalmente, è che gli utenti scelgano di consumare quando costa meno. Per conoscere le fasce orarie del giorno (e dell’indomani), i clienti possono consultare un’app o il portale clienti, mentre come promemoria in tempo reale ricevono in regalo un “semaforino” che segna verde in fascia bassa e rosso in fascia alta; il giallo anticipa un cambio di tariffa entro mezz’ora. “Stiamo già pensando a una versione 2.0, con un piccolo display che indichi l’ora del prossimo cambio”. La 3.0 sarà in sostanza integrata in alcuni apparecchi.
Già ora, si possono sfruttare le funzioni degli elettrodomestici stessi e programmarne la partenza in fascia bassa. “Tipicamente, la lavatrice” per chi non vive in appartamento o perlomeno non è obbligato a servirsi della lavanderia condominiale. “L’altra è certamente la lavastoviglie”, osserva Mauro Suà. “Le termopompe e i boiler hanno anche un effetto importante”.
Verso il 2050
“Noi vediamo tutto questo in un’ottica futura”, chiarisce il direttore dell’AMB, “e penso soprattutto ai veicoli elettrici, cui servono diversi kilowattora per ricaricare le batterie. Le anticipo che stiamo già sviluppando una soluzione da integrare nelle colonnine, affinché l’utente non debba ogni volta programmare la ricarica ma che questa si attivi quando scatta la tariffa verde”.
Ovviamente, resterà un pulsante per poterla attivare anche col rosso, se serve. Le fasce orarie, dal canto loro, potrebbero in futuro non essere identiche per tutti i clienti (come oggi) ma variare per gruppi, “perché se tra dieci anni tutti arrivano a casa alle sei di sera e caricano l’auto allo stesso momento avremo un collasso della rete”.
Oltre a ripartire bene i consumi e limitare i picchi, la tariffa dinamica aiuta a “consumare l’energia quando c’è”, vale a dire che favorisce “l’utilizzo locale dell’energia che sempre più sarà prodotta localmente, come avviene con gli impianti solari: noi già oggi abbiamo una potenza installata di pannelli che equivale il nostro impiantoCollegamento esterno idroelettrico della Morobbia, 15 megawatt di potenza”, osserva Suà.
Far sì che l’energia prodotta in una giornata di sole sia utilizzata localmente significa non doverla svendere. Cioè? “La rete elettrica nazionale dev’essere sempre in equilibrio tra produzione e consumo. Se ne occupa SwissgridCollegamento esterno, che può spegnere o accendere delle produzioni per mantenere questo equilibrio”. Ma l’attività di un impianto solare non si può modulare, segue il bel tempo, “e se ho dell’energia che non riesco a smaltire la devo svendere, un po’ come succede adesso col petrolio”.
Uno dei fattori che fanno variare la tariffa è dunque il tempo meteorologico. Quali sono gli altri? “Le temperature, le previsioni di consumo in base al nostro storico, i giorni festivi o feriali e situazioni particolari come quella attuale data dal coronavirus”.
Questione di picchi
La tariffa non dipende anche dal prezzo che l’azienda, a monte, paga a sua volta per l’energia? “Noi ci approvvigioniamo a lungo termine”, spiega il direttore dell’AMB, “quindi il prezzo dell’energia vera e propria ha per noi un influsso minore di quello che ha invece il costo delle punte date dai picchi di consumo, che è l’altro elemento che determina il prezzo totale”.
A proposito di prezzi. Dopo aver letto sui giornali che la crisi del coronavirus sta causando anche un crollo del costo dell’energia, i consumatori potrebbero pensare che scegliere una tariffa dinamica non valga la pena: la bolletta si alleggerirà comunque.
“A corto termine non è così”, puntualizza Mauro Suà, “perché noi pubblichiamo le tariffe una volta all’anno in base a degli approvvigionamenti che abbiamo fatto in anticipo. Certo, è probabile che nei prossimi anni ci sia un calo e lo stiamo vedendo: noi stiamo già acquistando energia adesso per il 2022-23. Ma come detto il prezzo al kilowattora non è dato solo dal costo dell’energia, c’è anche la componente rete, quella legata alle punte. Quindi se riusciamo ad avere dei consumi ottimizzati, ben ripartiti, ecco che avremo dei vantaggi generali per tutti. E poi quando l’economia riprenderà rivedremo dei prezzi più alti, sappiamo come vanno queste cose”.
Resta inoltre l’obiettivo condiviso (la revisione totaleCollegamento esterno della Legge sull’energia è stata approvata in votazione popolare) della Strategia energetica 2050. Essa prevede la messa in rete di sempre più impianti fotovoltaici e delle nuove applicazioni come quelle della mobilità elettrica. Le energie rinnovabili hanno un difetto: sono poco programmabili; è il consumatore che deve assecondarne la disponibilità. L’elettromobilità, invece, richiede molta energia, e potrebbe creare scompensi sulla rete. Ci sono dunque almeno due buoni motivi per orientare l’utente a prelevare l’elettricità al momento giusto. Un piccolo semaforo fa quindi una grande differenza.
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