Tenere in banca i soldi costa caro
Da un'inchiesta del sito internet Comparis.ch risulta che nella maggior parte delle banche i costi per gestire un conto siano più elevati degli interessi sui capitali
Meglio tenere i soldi sotto il classico materasso che tenerli in banca. Infatti nella gran parte delle banche attualmente i piccoli risparmiatori pagano per la tenuta del conto ben più di quanto ricevano di interesse a fine anno. Un dato di fatto che risulta da un’analisi di Comparis.ch, sito svizzero per la difesa dei consumatori. Comparis.ch ha messo in confronto i 13 istituti finanziari più importanti del mercato svizzero. Le differenze fra le banche vengono definite «enormi»: solo presso 3 società il cliente ci guadagna, in 9 ci rimette e in una ne esce in pareggio.
Più “poveri” ogni anno che passa
Comparis.ch ha preso come cliente modello una persona con patrimonio relativamente limitato, ovvero in media 10mila franchi sul conto privato e 20mila franchi sul conto di risparmio. Risultato: le differenze annuali sono a volte molto elevate e possono superare anche i 160 franchi. È negli istituti più grandi che il piccolo risparmiatore deve passare maggiormente alla cassa per avere il privilegio di avere un conto: Credit Suisse, per esempio, attira il cliente con l’interesse migliore (105 franchi) per poi però stordirlo con le spese (206 franchi): ecco quindi che il risparmiatore si trova a fine anno più povero di 101 franchi.
Interessi negativi
Per quanto riguarda le spese potrebbero inoltre avere un impatto gli interessi negativi introdotti dalla Banca nazionale svizzera a decorrere dal 22 gennaio 2015. I tassi d’interesse negativi non riguardano direttamente i clienti privati, in quanto si tratta di quegli interessi che le banche devono pagare alla BNS per poter depositare il loro denaro presso lo stesso istituto centrale. È molto improbabile che le banche prelevino questi interessi negativi direttamente dai clienti. Non è tuttavia escluso che recuperino i costi aggiuntivi applicando spese più elevate.
ATS/red
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