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di Claudio Gagliardini

Esistono luoghi in cui te lo aspetti che tutto funzioni bene e che girare con i mezzi pubblici sia un’esperienza di viaggio soddisfacente, piuttosto che un’odissea. La Svizzera è sicuramente uno di quei luoghi, un Paese in cui la capacità di fare sistema e di organizzare le cose rende tutto più semplice, per i cittadini e per i visitatori.

Il mio ennesimo viaggio in Svizzera senza macchina è stato comodo, facile ed economico, grazie a un sistema integrato di trasporti che permette di prendere qualsiasi mezzo con un solo biglietto: il Swiss PassCollegamento esterno, che ho avuto il piacere di provare in un tour a Ginevra, grazie a Svizzera Turismo e a tvsvizzera.it, nell’ambito del progetto #swissme.

La mia recente visita a Ginevra ha contribuito a rafforzare in me la percezione di quanto questo Paese possa rappresentare un esempio concreto per l’Europa e per il mondo occidentale, perché non sono le differenze a rendere impossibile il corretto funzionamento di una società e di un modello, ma l’incapacità di renderle una ricchezza e un’opportunità. La Svizzera è una nazione federale in cui convivono anime, culture e lingue differenti e che, forse proprio per questo, nel corso dei secoli non ha cercato la sua identità nell’omologazione, ma nell’armonia tra le diversità e tra i contrasti.

Viaggiare in Svizzera non è una grande esperienza soltanto per la qualità dei trasporti pubblici, ovviamente. Credo che la maggior parte degli italiani immaginino questo Paese come un piccolo lembo di verde, di natura, di montagne e di sport invernali, ma c’è molto di più. C’è la montagna, certo, ci sono i laghi, c’è una gamma infinita di colori, di sapori e di suggestioni, ma ci sono anche grandi centri urbani, moderni e vivibili.

Ginevra, la seconda città Svizzera per popolazione dopo Zurigo, è il perfetto esempio di una città ad alto tasso d’integrazione tra i popoli, culture e tradizioni. La sua storica vocazione internazionale l’ha resa sede di numerose importanti organizzazioni, come l’ONU, il CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa), l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il CERN.

Adagiata sulle rive del Lago Lemano, dal quale svetta il famoso Getto d’Acqua, originariamente progettato per dare sfogo alla pressione eccessiva con cui l’acqua arrivava nelle case, Ginevra è la città Svizzera più influenzata dalla Francia e dalla cultura francese, nel cui territorio è quasi incastonata.

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La sua città vecchia è la più estesa del Paese ed è ricca di storia, di monumenti e di attrazioni. Visitarla è stata una piacevole sorpresa, così come la constatazione di quanto sia gradevole e graduale passare dal centro alle zone più periferiche, moderne e funzionali, ma non per questo avulse dalla storia e dal carattere architettonico della città, che risulta perfettamente armonica.

C’è davvero tutto quello che si può chiedere a una città da 200mila abitanti, in cui il lago rappresenta una delle molte oasi di natura e di divertimento, insieme agli oltre 40 parchi, che si estendono per più di 310 ettari, ovvero per il 20% del territorio cittadino.

In meno di due giorni sono riuscito a godere di questo paradiso urbano e di provarne alcune tra le più interessanti attrazioni. A un sabato pomeriggio fatto di parchi, di monumenti in centro e di approccio a un territorio facilissimo da esplorare in tram, in battello o in taxi, è seguita una domenica davvero indimenticabile.

Due esperienze su tutte: il brunch domenicale presso la Brasserie des Halles de L’île, ricchissimo e davvero completo, e una mezza mattinata ai Bains des Pâquis, con saun a, bagno turco e hammam. Dopo un sabato di sole e di temperatura mite, ideale per un bel giro nel verde di Ginevra, la domenica mattina si presentava fresca e nuvolosa, ma l’esperienza ai bagni l’ha resa una grande giornata.
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Da bravo italiano riluttante, ho snobbato il bagno nelle fredde acque del lago, in cui diversi cittadini nuotavano con grande energia, a dispetto della temperatura autunnale. L’impianto è all’aperto, circostanza che induce nella tentazione di sperimentare un tuffo nelle acque pulitissime del Lemano, ma ho preferito concentrarmi sulle aree chiuse e calde, assaporando la magia di sudare, guardando il lago e la città sonnecchiosa. Assolutamente da provare, anche per chi, come me, non ha alcuna confidenza con piscine, saune e bagni.

La ricompensa per il coraggio mostrato ai bagni è arrivata verso mezzogiorno, con l’ottimo brunch sull’isolotto in mezzo al Rodano, in un locale essenziale ma accogliente. Così come in occasione del pranzo del sabato, al Restaurant le coup de girafe, assolutamente da provare, anche l’esperienza alla Brasserie des Halles de L île è stata davvero soddisfacente e molto varia.

Dopo la cura del corpo e dello spirito, passando per quello della pancia, il pomeriggio mi ha offerto uno scorcio di cultura di altissimo livello, con le visite al Mamco, Musée d’art moderne et contemporain, e quella al nuovissimo Musée d’ethnographie (MEG), che ospitava la ricchissima mostra Les rois mochica, divinité et pouvoir dans le Pérou ancien, ultima perla di una due giorni da incorniciare.

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In generale, il mio weekend a Ginevra è stato una piacevole conferma di quanto la Svizzera sappia accogliere e intrattenere. Tornare è d’obbligo, magari sfruttando le ottime offerte per i mercatini di Natale, ovviamente in treno. A presto, meravigliosa Svizzera!

A spasso per Ginevra

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