Quattro iracheni compariranno lunedì pomeriggio davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona, accusati di aver voluto impiantare in Svizzera una cellula dell’autoproclamato Stato islamico. Due di essi sono anche sospettati di aver pianificato attentati nella Confederazione, sebbene l’atto di accusa non fornisca alcuna indicazione sui possibili obiettivi.
Il principale imputato è un 30enne, che aveva ottenuto l’asilo nel 2012. Paraplegico, si sposta in sedia a rotelle ed era stato curato nel centro specializzato di Nottwil, ma questo -secondo il Ministero pubblico della Confederazione- non gli ha impedito di pubblicare in rete video che fanno l’apologia della sharia e del terrorismo. Gli svizzeri vi vengono definiti “cani” o “asini”. Ha inoltre continuato a nutrire contatti con l’Isis. Il secondo presunto attentatore è un 32enne, lui pure originario di Kirkuk.
Tre membri del quartetto erano stati arrestati nella primavera del 2014, sulla base di informazioni provenienti dai servizi segreti statunitensi. L’inchiesta era stata estesa al quarto nel 2015. Il processo, fra imponenti misure di sicurezza, dovrebbe durare una o due settimane. La sentenza è attesa per il 18 marzo.
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