Pagare di più se si prende il treno o si usa l’automobile negli orari di punta. È questo il principio del ‘Mobility pricing’, che il Consiglio federale intende sviluppare e applicare tra qualche anno. Obiettivo: sfruttare in modo più equilibrato le infrastrutture.
La popolazione aumenta e anche la necessità di spostarsi è in crescita. La previsione dice che entro il 2030 l’aumento dei trasporti su strada e su rotaia sarà del 25%. Strade intasate e treni super affollati la mattina e la sera. Questo il risultato.
L’idea del Consiglio federale per migliorare la situazione è di ripartire in modo più equilibrato il traffico, facendo pagare di più chi si sposta negli orari di punta. È il concetto del mobility pricing.
“Se negli orari di punta le tariffe saranno più alte”, spiega la ministra dei trasporti Doris Leuthard,”negli altri momenti della giornata verranno invece abbassate. Non vogliamo che nel complesso si spendano più soldi per la mobilità, ma che la spesa sia meglio ripartita”.
Un cambiamento che non avverrà da un giorno all’altro anche perché bisogna chiarire il reale impatto del mobility pricing e il quadro giuridico. L’orizzonte temporale stimato dalla Confederazione è di 15 anni.
Cantoni, partiti e associazioni sono in linea di massima favorevoli. Si dà dunque il via ai progetti pilota. Ticino, Ginevra e Zugo si sono già annunciati. Per alleviare i disagi del traffico, ricorda il Governo, bisognerà in ogni caso promuovere anche degli orari di lavoro flessibili e degli orari scolastici diversi dagli attuali, oltre al telelavoro e alla condivisione dell’auto.
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