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Pene fino a 18 mesi per l’aggressione nella moschea

Otto dei dieci imputati per l'aggressione nell'ex moschea An'Nur di Winterthur sono stati riconosciuti colpevoli di sequestro di persona, coazione e minacce e sono stati condannati a pene variabili tra i sei e i diciotto mesi di detenzione (sospesi con la condizionale).

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Per due di loro, un giovane afghano e un macedone, il tribunale distrettuale ha anche disposto l’espulsione per sette anni dalla Svizzera. La sentenza ha confermato solo in parte le richieste della pubblica accusa che nel corso del dibattimento aveva proposto pene fino a 3 anni di prigione (in parte sospesi).

I fatti in esame risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della controversa moschea vennero picchiati e minacciati poiché sospettati di aver riferito alla stampa i contenuti di un violento sermone di un imam etiope. Una delle due vittime dell’aggressione, secondo quanto è emerso nel processo, fu obbligata ad ingoiare una banconota da 10 franchi “per aver venduto la sua religione in cambio di denaro”.

Successivamente la moschea An’Nur è stata chiusa dalle autorità per infiltrazioni da parte di estremisti vicini ad ambienti del jihadismo internazionale. Il contestato imam etiope è stato a sua volta condannato nel novembre dello scorso anno a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera per aver incitato ad uccidere i musulmani non praticanti.

Secondo gli inquirenti sarebbero almeno cinque i giovani partiti dalla città zurighese verso la Siria per unirsi ai combattenti dell’Isis.

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