Si è aperto giovedì mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo contro un 60enne italiano residente nel canton Berna, presunto membro della 'ndrangheta.
Questo contenuto è stato pubblicato al
1 minuto
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 30.08.2018)
Il Ministero pubblico della Confederazione lo accusa di essere un intermediario delle cosche in Svizzera, imputandogli diversi reatiCollegamento esterno tra i quali organizzazione criminale, ricettazione, infrazione alla legge federale sulle armi, sviamento della giustizia.
Legato alla “locale” di Giussano/Seregno
A fare il nome del 60enne, residente a nord delle Alpi da oltre un decennio, furono nel 2012 due boss del nord Italia, arrestati nell’ambito dell’inchiesta Ulisse coordinata dalla procuratrice di Milano Ilda Boccassini, che portò a 37 arresti.
Secondo la procura federale, l’uomo acquistava e forniva alle cosche calabresi munizioni e armi: pistole, fucili, mitragliatrici.
Droga e supporto logistico
Avrebbe anche comprato ingenti quantitativi di marijuana e cocaina e procurato alloggio in alcuni alberghi svizzeri ai membri dell’organizzazione.
Contenuto esterno
L’imputato partecipava, in Italia, alle riunioni nelle quali si celebravano i riti di affiliazione alla ‘ndrangheta e si organizzavano gli affari criminali.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Il banchiere della ‘Ndrangheta
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un faccendiere italiano e un fiduciario ticinese sono stati condannati per aver riciclato soldi dalla 'Ndrangheta.
Blitz contro il clan dei Casamonica, oltre 30 arresti
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un gruppo “strutturato” e fortemente unito anche per il vincolo di sangue tra gli affiliati, capace di stabilire solidi legami con le famiglie più influenti della ‘ndrangheta calabrese. È stato descritto così dagli inquirenti il “clan Casamonica”, durante una conferenza stampa a Roma martedì, dopo il blitz. Il gruppo aveva una “roccaforte” nella zona di Porta Furba,…
Jihadismo e corruzione i fronti caldi della Procura federale
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nonostante la sconfitta dello Stato Islamico in Siria e Iraq, osserva la Procura federale, il jihadismo resta un fenomeno che preoccupa e che coinvolge più o meno direttamente anche la Confederazione, come testimoniano i 17 procedimenti avviati e le 8 domande di assistenza giudiziaria evase nel 2017. Jihadisti rinviati a giudizio Due indagati rinviati a…
Questo contenuto è stato pubblicato al
In Germania l’organizzazione criminale imponeva ai ristoratori l’acquisto di vino, prodotti di pasticceria e semilavorati per la pizza prodotti da imprese legate alla cosca. Secondo l’accusa gli ‘ngranghetisti erano anche divenuti i referenti dei ristoratori per l’accomodamento di eventuali controversie che si venivano a creare. Un modello che l’associazione criminale intendeva espandere anche nella Svizzera…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una fredda mattina di febbraio, un gruppo di docenti di lingua e cultura italiana si incontra in un edificio nei pressi del ponte di Monbijou. a Berna. A prima vista si potrebbe pensare a una normale riunione di perfezionamento professionale, durante la quale ci si scambia materiale didattico, idee e dubbi sul modo di affrontare…
Quali strategie per lottare contro la criminalità organizzata?
Questo contenuto è stato pubblicato al
Cosa fanno il Ministero pubblico e la Polizia federale per affrontare il problema della criminalità organizzata? È in sostanza il contenuto dell’interrogazione che il parlamentare federale Marco Chiesa (Unione democratica di centro, destra conservatrice) presenterà al governo durante la prossima sessione delle Camere. Recentemente, la maxi operazione anti-‘ndrangheta partita dall’inchiesta Stige, che ha portato all’arresto…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.