Suv e orologi di lusso con i prestiti Covid-19
Si allarga l'inchiesta a carico del 47enne finito in carcere a inizio mese per una presunta truffa collegata ai prestiti erogati dalla Confederazione per aiutare l'economia privata a fronteggiare l'emergenza Covid-19.
Al principale indagato, un cittadino italiano che esercitava in precedenza un’attività di consulenza aziendale nel Luganese, si sono aggiunti due suoi collaboratori, un fiduciario e un dipendente della società che però contestano il loro coinvolgimento nell’inchiesta.
Il consulente, secondo quanto è emerso dagli accertamenti, sarebbe riuscito a ottenere, grazie ai bilanci gonfiati fraudolentemente della società nel frattempo convertitasi nel commercio di materiale sanitario contro la pandemia (mascherine e guanti in lattice), due cospicui crediti per un totale di oltre 600’000 franchi.
Somma che il presunto truffatore, sempre secondo quanto trapela da fonti vicine all’inchiesta, avrebbe utilizzato in parte per l’acquisti dispendiosi tra cui un Suv e vari orologi di lusso (Rolex e Omega).
La banca, insospettitasi per la frequenza e la natura dei prelievi dal conto, ha effettuato una segnalazione alle autorità inquirenti che hanno voluto approfondire il caso.
L’inchiesta per truffa, amministrazione infedele, falsità in documenti e riciclaggio potrebbe chiudersi a breve anche perché l’indagato avrebbe sostanzialmente ammesso i fatti che gli vengono addebitati.
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