L’UDF lancia un referendum contro l’Eurovision Song Contest a Basilea
L'Unione democratica federale (UDF) vuole impedire che l'Eurovision Song Contest (ESC) si tenga a Basilea dal 13 al 17 maggio del prossimo anno.
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Keystone-ATS
All’Unione democratica federale non piace l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest a Basilea, tanto da spingere il partito cristiano-conservatore a lanciare un referendum contro il credito di 34,9 milioni di franchi concesso l’11 settembre dal Gran Consiglio di Basilea Città.
Lo ha annunciato lunedì Daniel Frischknecht, presidente di UDF Svizzera, precisando che il conto alla rovescia per la raccolta delle firme è iniziato con la pubblicazione nel Foglio ufficiale sabato scorso. Il partito si dice fiducioso che “con l’aiuto di molti e molte basilesi” sarà in grado di portare il tema alle urne a livello cantonale.
In Gran Consiglio il credito è stato largamente approvato, con 87 voti a 4 e 4 astensioni. Tutti i gruppi parlamentari si sono espressi in maggioranza a favore: i no sono giunti dai ranghi di UDC (destra conservatrice) e Centro-Partito evangelico. Propriamente le deputate e i deputati hanno votato per un importo lordo di 37,5 milioni, da cui però vanno sottratti 2,5 milioni di presunti ricavi per le entrate all’Arena Plus, ossia lo stadio St. Jakob-Park trasformato per permettere a decine di miglia di spettatori di seguire l’evento su grande schermo.
Affinché si arrivi alle urne devono essere raccolte almeno 2’000 firme certificate entro il 26 ottobre. L’UDF aveva già annunciato che avrebbe lanciato un referendum contro il credito pubblico per quello che definisce un “evento di propaganda”. Il Consiglio di Stato ha riservato la data del 24 novembre per la votazione, nel caso in cui la raccolta delle firme dovesse avere successo.
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