Ueli Maurer punta il dito contro l'”isteria” durante la pandemia
L'ex "ministro" delle finanze svizzero Ueli Maurer ha difeso il suo operato durante la pandemia di coronavirus e ha negato di essere mai stato contrario ai vaccini.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
L’ex consigliere federale Ueli Maurer in un’intervista rilasciata alla stampa domenicale ha messo in discussione il ruolo dello Stato in merito alle misure contro il la pandemia di Covid-19. “Lo Stato è responsabile di tutto?”, si è chiesto sulle pagine di SonntagsZeitung e Le Matin Dimanche.
Nell’intervista, l’ex consigliere federale ha anche ribadito le dichiarazioni fatte due settimane fa, sempre sulla stampa domenicale, riguardo alle misure adottate durante la pandemia di coronavirus. “Ciò che mi preoccupa è soprattutto il modo in cui l’intera società può essere ipnotizzata e manipolata”, ha dichiarato. Con ipnosi intende dire che le persone che si erano espresse contro la chiusura delle scuole, ad esempio, erano state dipinte come “pazze irresponsabili”.
I fatti durante la pandemia hanno portato acqua al mulino a coloro che hanno perso la fiducia nello Stato. “Dobbiamo recuperare queste persone, altrimenti diventeranno estremiste”, ha detto il democentrista. Lo Stato non è riuscito ad ammettere di aver esagerato con l’emarginazione, secondo Maurer, che considera che è un’ammissione che andrebbe fatta.
“Non sono un no vax”
L’ex consigliere federale sfuma tuttavia le sue dichiarazioni sui vaccini anti-Covid, che hanno particolarmente scioccato. Aveva affermato che questi vaccini erano “aria fritta”. “Naturalmente, sono subito stato definito come un no vax. Il che non è vero”, ha aggiunto.
L’utilità dei vaccini non è contestata, ma la Svizzera è andata troppo oltre dicendo a tutti di vaccinarsi, sostiene Maurer. “Sono convinto che nei prossimi anni ci occuperemo sempre più dei danni causati dal vaccino”.
“Visione discordante esclusa”
In un’altra intervista rilasciata al media online romando L’Impertinent pubblicata domenica, l’ex consigliere federale UDC afferma di aver subito, allora, critiche “molto difficili” per la sua famiglia, i figli e la moglie. “Gli attacchi erano virulenti e la situazione era ulteriormente complicata dal fatto che non eravamo vaccinati. Siamo stati ostracizzati senza alcuna possibilità di discussione. Ci abbiamo provato un po’, e sicuramente non è stato sufficiente, ma non avevamo la possibilità di fare di meglio”, si rammarica.
Non risparmia le accuse: “Basta vedere come, nella Task Force, ci si è sbarazzati di chi non aveva la stessa opinione della maggioranza. È stata esclusa una persona – un professore svizzerotedesco – che difendeva un’altra opinione. Questa persona mi ha raccontato di aver ricevuto una richiesta (dai piani alti) di non pubblicare un articolo critico che aveva scritto. Le persone che non condividevano la stessa opinione venivano messe a tacere. La discussione era esclusa. E non solo in Svizzera, ma in tutta Europa.”
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