La generazione che fa TikTok
Se non ne avete mai sentito parlare di TikTok o non sapete davvero cos’è probabilmente avete più di 20 anni. Non preoccupatevi però perché questa nuova app è stata pensata per un pubblico di giovanissimi, dai 13 anni in su.
Un video tira l’altro. Sono brevi, sovrastati dalla musica del momento o anche dai grandi classici. È questa la ricetta del nuovo social network TikTok, un’app che piace sempre di più ai giovanissimi (già dai 13 anni, o anche meno) che si filmano mentre ballano e mimano le parole delle canzoni. Oppure mentre eseguono gag o le sfide del momento, come quella di buttarsi a capofitto ovunque capiti al grido di “Silly Salmon!”. Un mix ad alta velocità fra un social e Youtube. Con una protagonista ticinese, Giulia — alias giucky — di Breganzona: “Ho 18’000 seguaci, mentre il video più popolare ha 255’000 visualizzazioni”, ha spiegato la 18enne, emozionata.
Giulia, che ha iniziato nel 2018, pubblica sul suo profilo dalle cinque alle dieci clip al giorno. Ed è popolare. “Ero in un negozio per fare acquisti e d’un tratto mi trovo circondata da un gruppo di ragazze che mi seguono su TikTok!”. Le sue ammiratrici hanno già chiesto di passare a Locarno e Bellinzona. “Mi fa piacere incontrarle, mi devo organizzare, non vorrei che la cosa sfuggisse di mano”.
Genitori preoccupati
Ma i genitori? Lo sanno? “Mia madre è un po’ intimorita da questi grandi numeri, quando glieli avevo mostrati non sapeva cosa dire. Anche mio padre è preoccupato, perché non sai mai chi c’è dall’altra parte dello schermo. Certo, mi è capitato di ricevere foto spiacevoli da persone di una certa età… ma poi le blocchi e le segnali, poi finisce lì”.
Un’app che sfonda ovunque nel mondo
TikTok è numero uno in Cina, India, Stati Uniti e sempre più anche in Svizzera. Il New York Times l’ha definito “l’unico social felice e spensierato” in cui vengono premiate le idee e la creatività. “L’interfaccia è fatta su misura per gli adolescenti, che possono applicare effetti e filtri alle immagini — ha osservato Umberto De Martino, docente di arti plastiche in una scuola media di Locarno e videoartista —. È un mezzo come un altro, l’importante è lanciarsi e provare la gioia di esprimersi e di essere sé stessi. Tuttavia occorre non farsi prendere dalla confusione e dall’appiattimento, che sono sempre dietro l’angolo…”.
Come il pericolo-dipendenza. “TikTok sfrutta alcune trappole della nostra mente per tenere incollati gli utenti, ma tutti i social sono così”, ha detto Carlo Balestriere, fondatore della pagina Psicologia ApplicataCollegamento esterno (quasi due milioni di fan su FacebookCollegamento esterno), che però vede più le opportunità: “Il mio consiglio è quello di mostrare le proprie passioni sui canali social. Molti riusciranno di sicuro a trasformarle un mestiere vero e proprio”.
Giulia, per il momento, lo vede come un passatempo e il rapporto con i suoi fan è un idillio: “Sono carinissimi, mi trovo bene con tutti, strappare loro un sorriso con le mie mosse è una cosa bellissima”.
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