Un quinto degli svizzeri non riesce a pagare le spese impreviste
Il tasso di povertà resta stabile in Svizzera all’8,7% e coinvolge 745'000 persone. Cresce però il numero di persone che deve rinunciare a importanti beni, servizi e attività sociali per ragioni finanziarie e che non riesce a sostenere spese impreviste. Nonostante questi dati, il tenore di vita generale nella Confederazione continua a essere uno dei più elevati d’Europa.
Povertà, deprivazione materiale e sociale e benessere. Tre realtà di uno stesso Paese fotografate dall’Ufficio federale di statistica che ha pubblicato (UST) martedì 2 maggio i dati relativi alla situazione economica e sociale della popolazione elvetica. Quest’anno è stata prestata una particolare attenzione alla deprivazione materiale e sociale con una pubblicazione separata.
Iniziamo però con il tasso di povertà. “Sono considerate persone povere – chiarisce Martina Guggisberg dell’UST – quelle persone che non dispongono di soldi sufficienti per potersi permettere i beni e i servizi necessari a una vita integrata socialmente”. Nel 2021 in Svizzera, come detto, l’8,7% della popolazione (ossia circa 745’000 persone) era colpito dalla povertà reddituale. Un tasso molto simile a quello di prima della pandemia (2020: 8,5%; 2019: 8,7%).
“La soglia della povertà nel 2021 ammontava a 2’289 franchi al mese per una persona sola e a 3’989 franchi per due adulti con due bambini.”
Per la Confederazione la soglia della povertà, o la povertà reddituale nel 2021 ammontava mediamente a 2’289 franchi al mese per una persona che viveva sola e a 3’989 franchi per due adulti con due bambini (questa soglia di povertà è calcolata sulla base delle direttive della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale).
Come dai rilevamenti degli anni precedenti, le persone colpite maggiormente da povertà reddituale (in questo calcolo non viene considerato il patrimonio ma solo il reddito) sono soprattutto gli stranieri. Tra i poveri ci sono poi le persone che vivono sole o in economie domestiche monoparentali e le persone senza una formazione post obbligatoria.
La povertà però tocca anche le persone che hanno un lavoro. In questo caso, fa sapere l’UST, dal 2019 il tasso di povertà della popolazione occupata è stabile al 4,2%. Questo significa che nel 2021 circa 157’000 persone che hanno esercitato un’attività lucrativa non hanno percepito un reddito superiore alla soglia di povertà.
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Deprivazione materiale e sociale
Esiste poi il nuovo tasso di deprivazione materiale e sociale. Questo tasso descrive la quota di persone costrette a rinunciare a importanti beni, servizi e attività sociali per ragioni finanziarie però – come suggerisce sempre Martina Guggisberg – non riguarda il reddito come nel caso del tasso di povertà.
Una persona è considerata in questa situazione di deprivazione materiale e sociale se, per motivi economici, deve affrontare mancanze in almeno 5 dei 13 ambiti della vita quotidiana che la maggior parte della popolazione in Europa considera che si debba soddisfare per condurre una vita dignitosa. In questa situazione vive il 5,2% della popolazione, ovvero circa 450’000 persone.
Una persona è considerata in situazione di deprivazione materiale e sociale se, per motivi economici, deve affrontare mancanze in almeno 5 dei 13 ambiti della vita quotidiana nei quali la maggior parte della popolazione in Europa considera che si debba essere preferibilmente o necessariamente soddisfatti per condurre una vita dignitosa.
A livello dell’economia domestica si considerano i seguenti ambiti:
– assenza di arretrati di pagamento (affitto o interessi ipotecari per l’abitazione principale, fatture correnti di acqua, elettricità, gas e riscaldamento, nonché rimborsi di credito);
– capacità di sostenere una spesa imprevista di 2500 franchi entro un mese;
– capacità di permettersi ogni anno una settimana di vacanza fuori casa;
– capacità di permettersi un pasto a base di carne, pesce o un equivalente vegetariano almeno ogni due giorni;
– capacità di riscaldare adeguatamente la propria abitazione;
– disponibilità di un’auto per uso privato;
– capacità di sostituire mobili usati.
A livello individuale si considerano i seguenti ambiti:
– accesso a Internet nella propria abitazione (compresi smartphone, tablet ecc.);
– capacità di sostituire vestiti consumati con alcuni nuovi;
– possesso di due paia di scarpe del numero giusto, di cui uno per tutte le stagioni;
– capacità di spendere una piccola somma di denaro ogni settimana per sé stessi, senza dover consultare un altro membro dell’economia domestica;
– capacità di svolgere regolarmente un’attività a pagamento nel tempo libero;
– capacità di riunirsi con la famiglia o gli amici per bere o mangiare qualcosa almeno una volta al mese.
Cerchiamo di capire meglio con degli esempi concreti. La deprivazione di gran lunga più frequente in Svizzera è l’incapacità di sostenere una spesa imprevista di 2’500 franchi entro un mese. Quasi un quinto della popolazione (18,9%) vive in un’economia domestica che presenta tale incapacità.
Sempre per ragioni finanziarie, l’8,7% della popolazione non può permettersi una vacanza di una settimana all’anno. Per restare invece nella vita quotidiana, il 7,9% della popolazione ha dovuto rinunciare a svolgere regolarmente un’attività a pagamento nel tempo libero, il 3,5% non è riuscito a comprarsi vestiti nuovi di tanto in tanto e il 3% non ha potuto permettersi di incontrarsi almeno una volta al mese con la famiglia o gli amici per bere o mangiare qualcosa.
Guardando i Paesi vicini, solo l’Austria presenta un tasso più basso (4,4%). Nettamente superiori invece quelli di Germania (9,0%), Italia (11,3%) e Francia (11,4%). Il tasso di deprivazione materiale e sociale più alto è quello della Romania (34,5%), mentre quello più basso è quello svedese (3,5%).
È importante ricordare che non è possibile stabilire una correlazione perfetta tra povertà e deprivazione materiale e sociale, sottolinea ancora Martina Guggisberg, in quanto “le persone possono trovarsi in una situazione di deprivazione mentre il loro reddito è al di sopra della soglia di povertà, e altre possono essere poveri in termini di reddito senza essere deprivati. Sembra plausibile che le difficoltà finanziarie – continua Guggisberg – portino alla deprivazione solo dopo un certo periodo di tempo, tenendo presente che le famiglie possono mobilitare anche altre risorse diverse dal reddito per mantenere il loro standard di vita come ad esempio risparmi, rete di amici e conoscenti”.
Tenore di vita elevato nel confronto internazionale
Nonostante le difficoltà di una parte della popolazione, in Svizzera il tenore di vita resta comunque molto alto. Sebbene per il calcolo del reddito disponibile si tenga conto delle differenze del livello dei prezzi tra i Paesi, in Svizzera il reddito è 2,7 volte superiore a quello greco, 1,5 volte superiore a quello italiano, 1,3 volte superiore a quello francese e 1,1 volte superiore a quello di Germania e Austria.
Nonostante l’alto livello dei prezzi, il tenore di vita della popolazione della Svizzera, dunque, resta superiore rispetto ai Paesi vicini e alla maggior parte dei Paesi dell’Unione europea.
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