Un viaggio “importante e giusto in termini di politica statale”
Di ritorno dal viaggio a Kiev, la presidentessa del Consiglio nazionale Irène Kälin ha difeso la sua trasferta e ha dichiarato che la Svizzera può e deve svolgere un ruolo importante nella ricostruzione dell'Ucraina. L'attacco della Russia, ha aggiunto Kälin, è un attacco alla democrazia.
“Questa guerra ci riguarda tutti: colpisce i nostri valori comuni ed è un attacco ai diritti umani e una grave violazione del diritto internazionale”, ha detto Kälin in conferenza stampa a Berna, spiegando i motivi che l’hanno portata ad accettare l’invito del presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefantschuk. “Rifarei il viaggio in qualsiasi momento”, ha tenuto a precisare Kälin, anche alla luce di tutte le critiche ricevute.
La delegazione parlamentare svizzera, guidata dalla presidente del Consiglio nazionale, si è recata ieri a Kiev e nei suoi dintorni. È stata ricevuta presso la sede del parlamento ucraino e ha visitato Irpin e Gostomel. Nella capitale, Kälin ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La delegazione era composta anche dal socialista vodese Roger Nordmann, dal verde zurighese Nik Gugger e dal democentrista ginevrino Yves Nidegger.
La Svizzera deve fare di più
L’ecologista argoviese ha poi indicato che la Svizzera vorrebbe aiutare nelle operazioni di ricostruzione in Ucraina. Nei colloqui avvenuti a Kiev si è discusso delle infrastrutture che hanno la priorità nella ricostruzione. “Abbiamo il know-how per mettere la nostra esperienza a disposizione in questo ambito”, ha sottolineato.
“La Svizzera deve fare di più per la ricostruzione” ad esempio di scuole e ponti, ha aggiunto Nordmann, spiegando che la Confederazione ha il vantaggio di cooperare con l’Ucraina da molto tempo e ha dunque molta esperienza locale. Kälin e Nordmann – particolarmente colpiti dal desiderio di ricostruire dell’Ucraina – si sono detti tuttavia consapevoli che il conflitto potrebbe anche peggiorare.
Viaggio delle polemiche
Nordmann nel corso dell’incontro con i media ha spalleggiato più volte Kälin, rispondendo ai giornalisti in modo seccato che il viaggio è stato “importante e giusto in termini di politica statale”. La popolazione ucraina “deve sapere che la stiamo sostenendo. Volevamo dimostrare che noi ci siamo”.
Il socialista vodese ha poi respinto le critiche espresse dall’UDC nei confronti della presidente del Consiglio nazionale. Quest’ultima si era detta stupita dalla decisione della Fedpol – che ha sconsigliato il viaggio – di non accompagnare la delegazione in Ucraina.
Ora anche la Russia, attraverso il suo ambasciatore a Berna, ha invitato una delegazione elvetica a Mosca. Vista la situazione, sarà difficile che nel prossimo futuro questo invito sia accettato.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.