Una bottiglia di vino su quattro consumata in Svizzera è italiana
Nel 2022 la popolazione svizzera ha consumato 237 milioni di litri di vino, il 7% in meno rispetto all'anno precedente. I vini italiani continuano ad essere quelli più apprezzati nella Confederazione.
Dopo un’annata 2021 contraddistinta da una leggera crescita del consumo di vino, l’anno scorso la tendenza al ribasso ormai in atto da anni è proseguita. Se all’inizio degli anni 2000 in Svizzera si bevevano circa 300 milioni di litri di vino all’anno, nel 2022 le vendite si sono attestate a quota 237 milioni. E questo con una popolazione che in vent’anni è passata da 7,2 milioni di abitanti a ormai quasi 9 milioni.
Dal rapporto sull’anno viticolo 2022 pubblicato giovedì dall’Ufficio federale dell’agricoltura emerge che il calo registrato l’anno scorso ha colpito di più i vini importati che quelli svizzeri. Complessivamente, tra rossi, bianchi, rosé e spumanti, sono stati consumati 87,7 milioni di litri di vino “Made in Switzerland”, il 2,8% in meno rispetto all’anno prima. I vini stranieri hanno invece fatto segnare una diminuzione del 9,4% a 149 milioni di litri.
Circa un terzo dei consumi sono costituiti da vini bianchi e due terzi da rossi.
Supremazia tricolore
I vini italiani si sono ancora una volta confermati i favoriti della popolazione svizzera. Se sino alla fine del millennio i ‘cru’ francesi erano in testa alla lista delle preferenze, da ormai oltre vent’anni i produttori italiani sono diventati decisamente i primi attori sul mercato svizzero.
L’anno scorso dall’Italia sono stati importati ben 744’358 ettolitri di vino, quasi il doppio rispetto alla quantità proveniente dalla Francia. Quasi tre quarti dei vini italiani importati in Svizzera sono dei rossi. Il resto si divide in parti quasi uguali tra bianchi e spumanti. Da sottolineare anche che i produttori italiani dominano il mercato degli spumanti: ben il 62% di questi tipi di vini prodotti all’estero e venduti in Svizzera provengono dalla vicina Penisola.
La supremazia tricolore si conferma anche per quanto concerne il consumo (la cifra è diversa rispetto a quella delle importazioni, poiché parte del vino importato finisce nelle scorte): seppur in calo del 10,8% rispetto al 2021, i vini italiani continuano a surclassare nettamente i cugini francesi e spagnoli.
A livello quantitativo, l’Italia è il Paese al mondo che esporta di più: nel 2022 l’export ha raggiunto quota 21,9 milioni di ettolitri, otto milioni in più rispetto alla Francia. A livello di valore, la Francia ha venduto all’estero vini per 12,3 miliardi di euro, contro i 7,9 miliardi dell’Italia.
Rispetto a pesi massimi come Germania, Stati Uniti o Regno Unito, il mercato elvetico assorbe un volume decisamente inferiore dell’export italiano. Rappresenta infatti circa un settimo del peso di quello tedesco e un quinto di quello statunitense.
Tuttavia, al di là del fatto che il mercato elvetico è piccolo, se si analizzano le cifre in rapporto alla popolazione di ogni singolo Paese si può constatare che i consumatori e le consumatrici svizzeri sono di gran lunga in cima alla classifica degli estimatori dei vini Made in Italy.
Se in Svizzera i vini stranieri sono particolarmente apprezzati e rappresentano circa i due terzi del consumo (anche perché la produzione locale è insufficiente per coprire la domanda), il commercio di vini elvetici all’estero è per contro aneddotico.
Nel 2022 sono stati esportati 13’080 ettolitri, il 3,6% in meno rispetto all’anno prima. Su una produzione totale l’anno scorso di oltre 990’000 ettolitri, l’export rappresenta una proporzione di poco superiore all’1%.
Insomma, se abitate all’estero difficilmente troverete una Petite Arvine vallesana o un Merlot ticinese sugli scaffali del vostro supermercato.
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