La televisione svizzera per l’Italia

Una legge per vietare Hamas in Svizzera

La bandiera israeliana proiettata sulla Torre dell orologio di Berna pochi giorni dopo l attacco di Hamas.
La bandiera israeliana proiettata sulla Torre dell'orologio di Berna (Zytglogge) pochi giorni dopo l'attacco di Hamas. © Keystone / Peter Schneider

La Confederazione ritiene Hamas un’organizzazione terroristica e va pertanto vietata. Dopo la decisione del Consiglio federale ora anche una mozione adottata tacitamente martedì dal Consiglio degli Stati ne chiede la messa al bando.  

Non c’erano dubbi che la mozione del democentrista bernese (UDC) Werner Salzmann venisse accolta dal “senato” elvetico. Non era infatti prevista alcuna proposta di minoranza. Nonostante ciò, il socialista ginevrino Carlo Sommaruga – figlio di Cornelio Sommaruga già presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa – ha chiesto di desistere, se non altro per il ruolo di pacificatore che la Svizzera ha sempre svolto in Medio Oriente. Come ha voluto sottolineare in aula l’avvocato ginevrino, molti ex diplomatici gli hanno scritto dicendogli che un divieto sarebbe un errore. 

A prendere il sopravvento però è stato il sentimento di sdegno provocato dagli attacchi indiscriminati di Hamas del 7 ottobre contro la popolazione civile israeliana. Attacchi per altro condannati da tutti coloro che hanno preso la parola. La maggioranza dei senatori ha condiviso l’opinione secondo la quale Hamas vuole la distruzione pura e semplice di Israele e dei suoi abitanti.  

Il Consiglio federale ha ribadito più volte nella maniera più ferma possibile la sua condanna degli attacchi terroristici di Hamas. L’Esecutivo deplora il fatto che dallo scorso 7 ottobre migliaia di civili abbiano perso la vita in Israele e in tutto il Territorio palestinese occupato. Riconosce il diritto di Israele di garantire la propria difesa e la propria sicurezza e ricorda che la protezione della popolazione civile e il rispetto del diritto internazionale umanitario sono obblighi che tutte le parti sono tenute a rispettare. 

Contenuto esterno

Prima dell’adozione tacita della mozione, sempre Carlo Sommaruga ha messo in guardia dal redigere una legge ad hoc contro Hamas, un’organizzazione per altro non condannata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni. Altre organizzazioni considerate terroriste non sono state vietate in passato: è il caso dell’African National Congress (ANC), delle FARC in Colombia o dell’Ira in Gran Bretagna, o dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). 

Il Consiglio federale sostiene la mozione

Tre settimane fa, il 22 novembre, anche l’Esecutivo federale ha deciso di sottoporre al Parlamento una legge che vieti l’organizzazione Hamas in Svizzera. Per questo motivo ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di elaborarne il progetto. 

“La mozione e la decisione del Consiglio federale vanno di pari passo – ci ha chiarito il portavoce del DFGP –, non sono antagoniste e sfoceranno in un unico disegno di legge. Per questo motivo il Governo ha sostenuto la mozione”. 

Che il Consiglio federale volesse prendere questa direzione era chiaro già l’11 ottobre scorso, ovvero quattro giorni dopo l’attacco terroristico contro civili in Israele partito dalla Striscia di Gaza. L’Esecutivo aveva infatti incaricato allora il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) di chiarire quali fossero le opzioni giuridiche per mettere al bando Hamas.  

Solo nella seduta del 22 novembre 2023, Il Governo federale ha deciso di elaborare a tale scopo una legge federale, convinto che sia il modo migliore per rispondere alla situazione venutasi a creare in Medio Oriente dopo il 7 ottobre. 

A cosa serve una legge?

“La nuova legge – spiega Berna in una nota – metterà a disposizione delle autorità federali strumenti adeguati per lottare contro le eventuali azioni di Hamas o le attività di sostegno a questa organizzazione in Svizzera”. Il progetto di legge federale dovrà essere pronto entro la fine di febbraio 2024. In seguito, passerà in Parlamento. 

Non è la prima volta

Va precisato che non sarebbe una prima: un provvedimento analogo è già stato adottato nei confronti dell’autoproclamato Stato islamico (IS) e di al Qaida. Questo però sulla base della legge federale sulle attività informativeCollegamento esterno, che prevede che “il Consiglio federale può vietare un’organizzazione o un gruppo che propaga, sostiene o favorisce attività terroristiche o di estremismo violento minacciando concretamente la sicurezza interna o esterna” (Legge federale sulle attività informative, art. 74, cpv. 1). 

Per poter procedere in questo senso, tuttavia, va soddisfatta una condizione che al momento nel caso di Hamas non è data, ovvero una decisione delle Nazioni Unite: “il divieto si fonda su una decisione delle Nazioni Unite che sancisce un divieto o sanzioni nei confronti dell’organizzazione o del gruppo” (Legge federale sulle attività informative, art. 74, cpv. 2). 

Occorrerebbe quindi o cambiare la legge elvetica o – approfittando del ruolo che la Confederazione ha in seno al Consiglio di sicurezza – fare pressione sull’ONU affinché riveda la sua posizione. Altrimenti, bisognerebbe adottare una legge ad hoc. Proprio la soluzione che Carlo Sommaruga ha chiesto di non adottare. 

Finanziamenti della Confederazione

Il Consiglio federale non ha solo deciso di mettere al bando Hamas. Ha pure fatto effettuare un’analisi dettagliata dei flussi finanziari legati alle ONG partner del programma di cooperazione per il Medio Oriente 2021-2024. La verifica non ha evidenziato irregolarità. Undici ONG partner sono inoltre state sottoposte a un esame approfondito per verificare il rispetto del codice di comportamento e della clausola contrattuale antidiscriminatoria del DFAE. In otto casi non è stata trovata alcuna prova di non conformità. In altri tre, invece, il controllo ha fatto emergere elementi di non conformità che hanno portato all’interruzione della collaborazione. 

Ricordiamo infine che la Confederazione ha approvato un contributo supplementare di 90 milioni di franchi per l’aiuto umanitario nella regione. E lo ha fatto ribadendo tuttavia che è fondamentale ristabilire un orizzonte politico nella regione, fondato sulla soluzione dei due Stati, l’unica in grado di permettere alla popolazione palestinese e a quella israeliana di vivere in pace, sicurezza e dignità. 

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR