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Verso la fine di telelavoro e quarantene

Alain Berset durante la visita dell ospedale cantonale di Aarau.
Previste per inizio febbraio i primi importanti rallentamenti delle restrizioni. © Keystone / Anthony Anex

Il Consigliere federale, nonché 'ministro' della sanità, Alain Berset ha annunciato che a partire dal 2 febbraio verranno soppressi gli obblighi di quarantena e telelavoro.

L’annuncio è stato dato durante un incontro con la stampa ad Aarau nel canton Argovia. La situazione legata al coronavirus, ha sottolineato Berset, potrebbe permettere questo passo già la prossima settimana.

Il ministro della sanità, durante una visita all’ospedale cantonale di Aarau, si è potuto ancora una volta rendere conto che con l’ondata della variante omicron i nosocomi non sono più sovraccarichi. Concretamente, le quarantene e l’obbligo di telelavoro potrebbero quindi già cadere il 2 febbraio.

In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 39’769 nuovi casi di coronavirus, secondo le cifre pubblicate dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). 14 nuovi decessi sono stati segnalati e 176 persone sono state ricoverate in ospedale.

Esattamente una settimana fa, l’UFSP ha annunciato 37’992 casi, ovvero 1777 in meno. Lo stesso giorno si contavano 22 decessi e 138 ricoveri.

654 persone si trovano attualmente in cure intense. I pazienti Covid occupano il 24,30% dei posti disponibili in terapia intensiva, con un tasso d’occupazione del 75,70%.

Nel corso delle ultime 24 ore sono stati trasmessi i risultati di 114’257 test, indica l’UFSP. Il tasso di positività è del 34,8%, contro il 34% della scorsa settimana. Il tasso di riproduzione, che ha un ritardo di una decina di giorni sugli altri dati, si attesta a 1,15. La variante Omicron rappresenta il 94,7% dei casi.

Su ulteriori alleggerimenti delle misure, che verranno valutati dal governo passo per passo, Berset non si è voluto esprimere. Il Consiglio federale – ha detto – continuerà a seguire una via equilibrata fra prudenza e aperture.

L’esecutivo non sta ancora valutando una soppressione del certificato Covid, uno strumento considerato essenziale per i viaggi e molto utile anche per quel che riguarda la sicurezza sanitaria interna, in particolare se si parla di eventi pubblici.

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