Vignetta addio. Meglio il “grande fratello” o le barriere con l’esattore?
La Confederazione vuole pensionare il contrassegno autostradale. Al vaglio ora le diverse possibilità offerta dalla tecnologia
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Vignetta addio
Vignetta addio. Meglio il “grande fratello” o le tradizionali barriere con l’esattore?
Quale sarà il sistema che sostituirà il contrassegno autostradale? Il Governo, entro il 2017, dovrà presentare il progetto per un sistema di esazione del pedaggio elettronico. La mozione della commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati è stata inserita nel programma di legislatura, ora il Dipartimento delle Finanze dovrà trovare la soluzione più conveniente in un vasto panorama di possibilità tecnologiche.
Il pedaggio elettronico è in uso in molti paesi ed è in continuo perfezionamento, ogni sistema di monitoraggio del flusso stradale ha pregi e difetti e l’ago della bilancia sembra oscillare tra l’efficienza del sistema e la riservatezza degli utenti.
Tutti i sistemi utilizzati all’estero, ad ogni modo, si basano sul principio di commisurare il pedaggio all’utilizzo effettivo della strada, si tratti di sistemi radio, satellitari o ibridi.
Il sistema Telepass è il più utilizzato tra i sistemi elettronici di pedaggio ed è in espansione. E’ in corso lo sviluppo di un dispositivo unico che sarà valido in cinque paesi europei: Italia, Belgio, Francia, Spagna e Portogallo. La versione più aggiornata del Telepass è il “Free flow”, sistema privo di barriere all’ingresso ed all’uscita dell’autostrada, rileva la classe del veicolo e calcola l’importo esatto del pedaggio associando il pagamento alla targa del mezzo.
I più recenti tra i sistemi in uso hanno tecnologia satellitare, adottati in Germania e Belgio, sono precisi ma invasivi per la riservatezza degli utenti perché sostanzialmente non c’è garanzia che il collegamento satellite/veicolo si limiti al tragitto autostradale.
I sistemi satellitari, come anche il “Free flow” – ovvero tutti i sistemi ad accesso libero, senza barriere autostradali – inoltre, non garantiscono la certezza del pagamento da parte degli automobilisti, soprattutto ma non solo, quelli esteri in transito.
Portoghesi svizzeri sull’autostrada Pedemontana Lombarda
In Canton Ticino ha recentemente aperto uno sportello per il pagamento della nuova autostrada A36 Pedemontana Lombarda. L’autostrada è fornita di sistemi di esazione elettronici del pedaggio “Free flow” che è alla sua prima sperimentazione in Italia, ed è presente in pochissime autostrade in Europa.
Sei mesi dopo la sua apertura la Società di gestione dell’autostrada registra un alto tasso – non meglio specificato – di transiti insoluti, il 23% dei quali riguardano automobilisti esteri. Il Touring Club Svizzero, a riguardo, ha già denunciato la farraginosità delle procedure di pagamento a cui vanno incontro gli automobilisti svizzeri che intendono utilizzare la A36.
Oltre allo sportello aperto solo da pochi giorni in Ticino, per pagare l’A36 bisogna dotarsi di un apparecchio Telepass da posizionare sul parabrezza della vettura oppure di aprire un ‘conto targa’ sottoscrivendo un contratto di sedici pagine scaricabarile dal sito di Pedemontana, da rispedire ad un indirizzo specificato, firmato con allegati i documenti personali e del veicolo ed infine attendere l’accettazione della richiesta. Attualmente solo il 4% degli stranieri in transito sulla Pedemontana Lombarda risulta iscritto al ‘conto targa’ ed appena il 10% risultano essere in regola con una registrazione definita ‘Light’.
Intervista all’esperto italiano
L’Italia ha una grande tradizione per il pedaggio stradale, la prima strada italiana a pagamento risale agli anni ’20. Il Direttore Generale dell’AISCAT (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori), l’ingegnere Massimo Schintu, ripercorre in un’intervista l’evoluzione dei sistemi utilizzati analizzandone pregi e difetti sulla base dell’esperienza italiana, ed alla domanda di quale sistema di pagamento elettronico suggerirebbe alla Svizzera, risponde con ironia – ma non troppa – ed una punta di romanticismo, che non c’è niente di meglio del ‘casello autostradale italiano classico’, con tanto di biglietto ed operatore alla cassa.
Enrico Marra
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