Caso Hildebrand, segreto bancario violato
Un ex informatico della banca Sarasin e il granconsigliere turgoviese Hermann Lei sono stati giudicati colpevoli, anche in appello, di violazione del segreto bancario. Nel 2011, diffusero documenti relativi a transazioni su divise effettuate a titolo privato dalla moglie dell’allora presidente della Banca nazionale svizzera Philipp Hildebrand, che fu costretto a dimettersi.
Il processo d’appello si è svolto davanti al Tribunale cantonale di Zurigo. I fatti giudicati si riferiscono al cosiddetto “caso Hildebrand”.
I fatti incriminati
L’informatico, nel novembre 2011, fotografò schermate di estratti conto dell’ex presidente dalla BNS, giudicandole sospette. Le trasmise al suo ex compagno di scuola Herman Lei, deputato al Gran Consiglio del canton Turgovia per l’Unione democratica di centro (UDC), che le inoltrò all’ex consigliere federale Christoph Blocher e a un giornalista della Weltwoche, settimanale vicino all’UDC.
I fatti spifferati
Le transazioni rese pubbliche dal giornale, che indussero Philipp Hildebrand alle dimissioni il 9 gennaio 2012, riguardavano l’acquisto di 504’000 dollari (per 400’000 franchi). Lo effettuò la moglie del presidente, impiegando un conto bancario del marito apparentemente a sua insaputa, il 15 agosto 2011.
Il 6 settembre successivo, la Banca nazionale svizzera introdusse il tasso minimo di cambioCollegamento esterno di 1,20 franchi per un euro. I 504’000 dollari, riconvertiti in franchi il 4 ottobre, garantirono alla coppia Hildebrand un sostanzioso guadagno.
Pene pecuniarie sospese
Il Tribunale d’appello -così come aveva fatto nell’aprile 2016 la prima istanza- ha condannato l’ex informatico e il parlamentare a pene pecuniarie sospese con la condizionale.
Hermann Lei, che aveva opposto ricorso, è stato condannato a 40 aliquote giornaliere da 340 franchi (contro le 120 aliquote inflitte in primo grado) mentre l’ex informatico si è visto aumentare la pena da 45 a 70 aliquote da 30 franchi (cfr. Art 34 Codice penale svizzeroCollegamento esterno). Per entrambi, la pena è sospesa per un periodo di prova di due anni.
La difesa
Durante il dibattimento, l’avvocato dell’informatico ha sostenuto che il suo assistito consegnò i documenti a Hermann Lei per ottenere un consiglio, non con l’intenzione di farli pubblicare.
L’avvocato e deputato UDC, da parte sua, si è detto convinto di aver fatto la cosa giusta poiché a suo avviso ci fu un evidente conflitto d’interessi fra l’operazione sulle divise e la decisione della BNS sul cambio minimo.
La sentenza
Il Tribunale cantonale non ha messo in dubbio questi fatti, ma ha concluso che il segreto bancario è stato violato dai due nel momento in cui trasmisero le informazioni all’ex consigliere federale UDC Blocher.
Prima di rendere pubbliche le sue informazioni, ha sottolineato il presidente del Tribunale, Hermann Lei si sarebbe dovuto rivolgere alle autorità di controllo competenti.
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