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Dopo il Ticino, anche San Gallo vieta il burqa

Donne con il burqa a passeggio
Nelle località turistiche come Interlaken, nel canton Berna, può capitare di incrociare donne che indossano il burqa. © KEYSTONE / PETER KLAUNZER

Oltre il 66% dei votanti ha approvato domenica una legge che vieta dissimulare il volto nei luoghi pubblici del cantone.

Quella che è già stata definita norma anti-burqa è stata nettamente accolta dai cittadini sangallesi, con 83’830 voti contro 36’948.

La partecipazione al voto è stata del 35,8%. La proposta è stata accettata in tutti i comuni, con percentuali spesso superiori al 70%.

La votazione si è resa necessaria poiché la revisione della legge sulle contravvenzioni, approvata di misura il novembre scorso dal Parlamento cantonale (57 voti contro 55), è stata combattuta da un referendum lanciato dalle sezioni giovanili del Partito socialista, dei Verdi e dei Verdi liberali.

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Il testo adottato dal legislativo cantonale – che si ispira all’articolo costituzionale già in vigore in Ticino – prevede che chiunque si copra il volto in pubblico sia punibile se “minaccia o mette in pericolo la sicurezza pubblica o la pace sociale o religiosa”. L’esistenza di un pericolo in tal senso deve essere valutata caso per caso.

La legge sangallese già prevede un divieto di dissimulare il volto, ma limitatamente agli assembramenti che necessitano di autorizzazione, alle manifestazioni e agli eventi sportivi.

Toccati soprattutto i tifosi

San Gallo diventa così il secondo cantone svizzero ad introdurre una simile norma. In Ticino il divieto è in vigore da due anni.

La legge ticinese vieta la dissimulazione del viso negli spazi pubblici, con qualche eccezione, ad esempio in occasione di manifestazioni religiose o tradizionali. Secondo un bilancio pubblicato questa estate, i primi ad essere toccati sono i tifosi di calcio. I casi di donne in burqa multate si contano invece sulle dita di una mano.

Tema caldo anche a livello nazionale

Il tema è d’attualità anche a livello nazionale. Lo scorso ottobre è infatti stata dichiarata formalmente riuscita l’iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso” lanciata dal Comitato di Egerkingen che già aveva promosso l’iniziativa contro i minareti e di cui fanno parte esponenti dell’DC e dell’Unione democratica federale (UDF).

Il governo federaleCollegamento esterno si oppone a un divieto su scala nazionale e ha già respinto l’iniziativa, ritenendo che tocchi ai cantoni legiferare in merito.

“Consapevole che la dissimulazione del viso può comportare problemi”, in giugno il governo ha però posto in consultazione un controprogettoCollegamento esterno. La proposta prevede l’obbligatorietà di mostrare il viso nei contatti con determinate autorità e integra nel codice penale una disposizione che punisce (con una multa o una condanna fino a tre anni di carcere) la coercizione alla dissimulazione del viso.

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