A Neuchâtel niente diritto di voto a 16 anni
I cittadini del cantone Neuchâtel hanno respinto un'iniziativa popolare che prevedeva di abbassare la maggiore età civica a 16 anni. Nel cantone Argovia, invece, le condizioni per la naturalizzazione sono state inasprite. Riepilogo di tutte le principali votazioni cantonali e comunali del weekend.
Neuchâtel, i 16enni dovranno pazientare
Con il 58,5% di “no” i votanti del cantone Neuchâtel hanno bocciato domenica l’iniziativa popolare cantonale denominata “Per il diritto di voto a 16 anni su domanda”.
In Svizzera il cantone Glarona rimane così l’unico a concedere questo diritto a livello cantonale e comunale.
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Neuchâtel sarà il secondo cantone svizzero con il diritto di voto a 16 anni?
Il progetto prevedeva che per l’ottenimento del diritto di voto i giovani fra i 16 e i 18 anni avrebbero dovuto fare esplicita richiesta presso l’ufficio elettorale del proprio comune. Non avrebbero comunque in alcun caso avuto diritto ad essere eletti.
L’obiettivo era quello di coinvolgere maggiormente nella vita pubblica i giovani particolarmente attivi e interessati alla politica, che avrebbero in questo modo potuto partecipare alle decisioni che riguardano il loro futuro.
Secondo i favorevoli si sarebbe trattato di un rafforzamento della democrazia, mentre gli oppositori denunciavano una perdita di coerenza con la maggiore età dal punto di vista penale e civile. Ad esempio, un giovane avrebbe avuto il diritto di votare ma non di firmare da solo un contratto d’apprendistato.
La bocciatura odierna potrebbe frenare i progetti simili in elaborazione in altri cantoni svizzeri.
Argovia, naturalizzazione un po’ più difficile
Chi ha beneficiato dell’assistenza sociale, nel cantone di Argovia dovrà aspettare almeno dieci anni per ottenere la cittadinanza svizzera. La nuova legge che introduce questo periodo di attesa è stata accettata dal 64,8% dei votanti.
Il testo, approvato dalla maggioranza di centro-destra del Parlamento cantonale, prevede anche nuove norme per i test di naturalizzazione.
Chi inoltrerà una simile richiesta al comune di residenza dovrà rispondere correttamente ad almeno tre quarti delle domande standardizzate elaborate dalle autorità cantonali.
Da notare che a livello federale e in molti cantoni, il periodo d’attesa per chi ha ricevuto contributi dell’aiuto sociale è di tre anni. Un’attesa di 10 anni è in vigore anche nel canton Berna. Nei Grigioni i candidati al passaporto rossocrociato devono dimostrare di aver rimborsato i contributi dell’aiuto sociale ricevuti negli ultimi 10 anni. Basilea Campagna e Turgovia prevedono invece un periodo di attesa di 5 anni.
Sciaffusa, finanze dei partiti più trasparenti
Dopo Ticino, Ginevra, Neuchâtel, Sciaffusa dovrà mettere in atto misure sulla trasparenza del finanziamento dei partiti. L’iniziativa promossa dalla Gioventù socialista denominata “Per la trasparenza del finanziamento dei partiti politici” è stata infatti approvata con il 53,8% di voti. Iniziative analoghe sono state approvate negli scorsi anni anche a Svitto e Friburgo, ma in entrambi i cantoni non sono ancora entrate in vigore.
Il testo accettato a Sciaffusa esige che i partiti pubblichino i bilanci delle campagne per le elezioni e le votazioni con i nomi di privati e società che donano più di 3000 franchi in un anno. Chi si candida per una carica pubblica a livello comunale o cantonale dovrà inoltre dichiarare i propri legami d’interesse.
Ritenendola di difficile applicazione, il governo e la maggioranza del parlamento erano contrari all’iniziativa. La legge introduce in effetti l’obbligo di presentare delle liste per le elezioni degli esecutivi cantonali e comunali. Con il sistema maggioritario finora in vigore, ogni avente diritto al voto era in teoria eleggibile.
San Gallo, gli stipendi dei membri delle autorità comunali non passeranno al vaglio del popolo
Col 53% di ‘no’, i votanti del cantone San Gallo hanno respinto un’iniziativa popolare promossa dall’Unione democratica di centro (destra conservatrice), dalla sezione giovanile del Partito liberale radicale (destra) e dai Verdi denominata “Lo stipendio delle autorità davanti al popolo”.
Il testo chiedeva che i votanti potessero esprimersi sugli stipendi delle autorità comunali attraverso un referendum facoltativo o obbligatorio. Sia il governo che il parlamento raccomandavano di respingere l’iniziativa.
Berna, i nomadi avranno un’area di sosta
L’area di sosta prevista nei pressi di Wileroltingen, a fianco dell’autostrada A1 tra Berna e Morat, si farà. I votanti del cantone Berna hanno infatti approvato domenica il progetto con il 53,5% dei suffragi.
A cercare di bloccare il credito di 3,3 milioni di franchi per la creazione dell’area accettato dal Parlamento cantonale era stata la sezione giovanile dell’Unione democratica di centro (destra conservatrice), che aveva lanciato un referendum, appoggiata da tutto il suo partito. Oltre ai costi elevati, i contrari hanno fatto campagna insistendo – tra l’altro – sull'”antidemocraticità” di un provvedimento imposto dal cantone a un villaggio rurale di circa 350 abitanti e sul timore che una simile area possa attirare altri viaggiatori nella zona.
Per i sostenitori invece, l’ubicazione è ideale: si trova su un asse di transito ed è raggiungibile solo dall’autostrada. Sono previsti 36 posti auto e potranno essere ospitate fino a 180 persone.
Il voto odierno ha un interesse a livello nazionale. In tutta la Svizzera mancano aree di sosta fisse per comunità straniere di jenisch, sinti e rom. Quella bernese sarà la terza dopo quelle di Domat/Ems (Grigioni) e Sâles (Friburgo). Stando agli esperti, ne servirebbero almeno una decina.
Clavaleyres cambia cantone
Il passaggio di un piccolo comune di meno di 50 abitanti da un cantone a un altro non stravolge sicuramente gli equilibri geopolitici della Svizzera. Tuttavia, un simile evento è molto raro e va sicuramente sottolineato. Così come va sottolineato il consenso quasi unanime dei votanti dei due cantoni che erano chiamati ad esprimersi.
Il passaggio di Clavaleyres dal cantone Berna a quello di Friburgo è infatti stato accettato in quest’ultimo dal 96,2% dei votanti. A Berna, che perde circa un chilometro quadrato di territorio, la proporzione di ‘sì’ è stata leggermente inferiore, ma pur a un soffio dal 90%.
Affinché il cambiamento di cantone sia effettivo, ora manca solo il nullaosta del Parlamento federale, che però dovrebbe essere una pura formalità. Se tutto andrà come previsto, Clavaleyres entrerà a far parte del cantone Friburgo nel 2022 e potrà così aggregarsi al vicino comune di Morat.
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Un villaggio vuole fare secessione e nessuno si arrabbia
Ginevra, la tassa sui cani non si tocca
Il 67,3% dei votanti del cantone Ginevra ha deciso che la tassa sui cani va mantenuta. Questa tassa porta nelle casse di cantone e comuni 2,1, milioni di franchi all’anno.
La soppressione era stata decisa dal Parlamento cantonale, ma contro la decisione socialisti, verdi, popolari democratici (centro) e alcuni membri del Partito liberale radicale (destra) avevano lanciato un referendum. Secondo loro, il pagamento di questo contributo è un atto civico e responsabile, un modo per i proprietari di cani di partecipare ai costi della collettività.
Il comitato a favore dell’abolizione sosteneva invece che la tassa fosse ingiusta e discriminatoria, soprattutto rispetto ad altri animali da compagnia.
L’imposta ammonta a 50 franchi per un cane, a 70 per un secondo e a 100 per i successivi. I padroni devono inoltre farsi carico di una tassa di 4 franchi per la lotta alle epizoozie e di 1 franco per coprire i danni causati dai randagi.
Zurigo, giro di vite per Uber e no a nuovo tunnel autostradale
Gli autisti di Uber dovranno registrarsi presso l’autorità cantonale. Questo obbligo di notifica è previsto nella legge sui trasporti di persone con taxi e limousine approvata dal 51,6% dei votanti.
Le nuove norme prevedono anche per questi conducenti l’obbligo di esporre sul proprio veicolo un apposito distintivo.
In Svizzera, Uber è finora sbarcata in quattro città: tollerata a Zurigo, Basilea e Losanna, l’azienda digitale californiana è confrontata con un divieto del governo cantonale di Ginevra, una misura attualmente sospesa in seguito ad un ricorso.
Un altro oggetto controverso sottoposto agli zurighesi riguardava la costruzione di un tunnel stradale di 2,3 chilometri sotto la “Rosengartenstrasse”, una strada in salita nel quartiere di Wipkingen a Zurigo, che dal 1972 funge da via di transito principale sull’asse nord-sud e vede transitare fino a 56’000 veicoli al giorno.
Il 61,5% dei votanti – una quota sorprendentemente alta – ha bocciato la legge che avrebbe dovuto regolare il finanziamento del progetto, con costi stimati in 1,1 miliardi di franchi. Il 60,6% ha inoltre respinto la realizzazione del progetto.
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Si vota per interrare la tangenziale a Zurigo
Davos, niente diritto di voto per gli stranieri
Gli stranieri residenti nella cittadina grigionese da almeno cinque anni non potranno votare. La proposta di estendere anche a loro il diritto di voto è infatti stata respinta dal 61,3% dei votanti.
A livello cantonale, sono 29, su un totale di 105, i comuni dei Grigioni che concedono il diritto di voto agli stranieri.
In Svizzera sono soprattutto i cantoni della Svizzera francese a concedere questo diritto.
Vaud, nulla da fare per l’esponente dello Sciopero del clima
Gli elettori del cantone Vaud erano chiamati alle urne domenica anche per la successione di Jacqueline de Quattro nel Governo cantonale. Come previsto la collega di partito dell’uscente, la liberale radicale Christelle Luisier, è stata eletta ottenendo il 55,95% dei suffragi
La sorpresa è però venuta dalla 19enne Juliette Vernier, designata dal movimento Sciopero del clima tramite un’estrazione effettuata tra sette interessati. La giovane ecologista ha raccolto il 23% dei voti.
La stessa Luisier ha lodato la prestazione di Vernier: “Per me non si tratta di una sorpresa, me l’aspettavo”. La campagna “collettiva e tematica” degli ecologisti “è un grande segnale per tutti i partiti e gli eletti”, ha sottolineato. Il tema climatico sarà sicuramente parte della sua agenda, ha aggiunto.
Il movimento Sciopero del clima si è dal canto suo detto felice dei voti raccolti, anche se l’obiettivo non era di tipo numerico. “È soprattutto la campagna a essere stata interessante per noi”, ha detto a Keystone-ATS un portavoce. Gli ecologisti si dicono fieri di aver “riunito le persone sotto una stessa bandiera”, che si basa su un’ecologia radicale e una rottura con il sistema.
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