E se tra le capitali italiane della cultura ci fosse Lugano?
![Veduta su Parco Ciani e il centro di Lugano.](https://www.swissinfo.ch/content/wp-content/uploads/sites/13/2024/03/agglo3_6a3f1a.jpg?ver=eac75e9d)
Il presidente della Provincia di Varese vorrebbe presentare per il 2030 una candidatura comune insieme alle città di Como e Lugano. Il vicesindaco della cittadina svizzera punta piuttosto sulla candidatura in patria.
La proposta è di quelle audaci. Unire le città di Varese, Como e Lugano in un’unica candidatura per concorrere alla nomina di Città italiana della cultura 2030.
L’idea è stata avanzata in un discorso del 10 febbraio dal presidente della Provincia di Varese Marco Magrini, il quale, riconoscendo che la candidatura varesina potrebbe risultare debole in confronto ad altre, ha prospettato una collaborazione con le altre due città al fine di unire le forze e presentare un progetto competitivo.
“Se mettiamo insieme determinate realtà importanti del nostro territorio potremo davvero ottenere un grande risultato. E Varese potrebbe avere dei benefici importanti e quindi fare un ulteriore passo in avanti”, ha dichiarato Magrini.
“Siamo pronti ad aprire un ampio confronto per raggiungere il risultato”. La questione, sostiene ancora il presidente della Provincia di Varese, è già stata presentata al governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana.
Filmato pubblicato dall’emittente regionale Rete55 News:
L’obiettivo della nomina a Capitale italiana della cultura è quello di “sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura”, si legge sul sito governativoCollegamento esterno dedicato.
Ma, se le candidature collegiali sono già state fatte anche in passato (si pensi alla nomina di Bergamo-Brescia nel 2023), le proposte transfrontaliere rappresentano una novità. Tra i criteri di ammissione alle nomine non figura la condizione che tutto il territorio debba far parte dell’Italia, anche se è legittimo pensare che fosse stato dato per scontato.
“Sì alla collaborazione, ma da Capitale svizzera della cultura”
Se da una parte la città di Como non si è espressa in merito, dall’altra il vicesindaco di Lugano e responsabile del Dipartimento della cultura Roberto Badaracco accoglie con favore le idee di collaborazione avanzate da Varese. Badaracco solleva però qualche dubbio sulla fattibilità dell’iniziativa.
“Abbiamo letto sui giornali le dichiarazioni del presidente provinciale e la collaborazione tra città è benvenuta, ma non sappiamo concretamente come Lugano possa collaborare visto che si tratta della Capitale italiana della cultura”, ha dichiarato il vicesindaco luganese a Tvsvizzera.it.
“Sicuramente, per Lugano, potrebbe essere una sfida interessante la candidatura a Capitale svizzera della cultura prevista proprio nel 2030. In tal caso un’eventuale vittoria creerebbe il contesto ideale per una collaborazione con Varese, qualora anche la città lombarda vincesse la contesa”.
La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014 e si tratta di un titolo che viene conferito annualmente dal Consiglio dei ministri. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022); Bergamo-Brescia (2023); Pesaro (2024); Agrigento (2025); L’Aquila (2026). La selezione per il 2027 è ancora in corso.
Da non confondere con le Capitali europee della cultura, gestite dalla Commissione europea. Queste ultime sono state lanciate nel 1985 dall’allora Consiglio dei ministri europei (ora dell’Unione Europea). Il titolo, da allora al 2021, è stato attribuito a più di 65 città in tutta Europa. Le città italiane insignite fino ad ora sono: Firenze (1986); Bologna (2000); Genova (2004); Matera (2019); Gorizia/Nova Gorica (2025, progetto transfrontaliero).
Le procedure di selezione di entrambe le iniziative sono coordinate per l’Italia dal Segretariato generale del Ministero italiano della cultura.
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