Giorgia Meloni saprà diventare una “costruttrice di ponti” tra USA e UE?
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Una possibile “costruttrice di ponti”, una catena di grandi magazzini svizzera ormai a tinte italiane e “il progetto più pazzo del calcio europeo”: la nostra carrellata settimanale dei temi italiani che suscitano interesse nella Confederazione.
Chi nell’UE sussurrerà all’orecchio di Trump?
I rapporti tra Europa e Stati Uniti sono naturalmente su tutte le prime pagine dei giornali svizzeri in questi giorni e la stampa elvetica si interroga anche sul ruolo che la presidente del Consiglio italiano potrebbe avere nel nuovo teatro internazionale che va delineandosi. “Tra Washington e Bruxelles, Giorgia Meloni si trova sul filo del rasoio”, titola Le TempsCollegamento esterno. Il giornale francofono ritorna sulla sua partecipazione al mini-vertice organizzato lunedì a Parigi da Emmanuel Macron per cercare di creare un fronte comune europeo, cosicché il Vecchio Continente non sia messo da parte nelle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina. Giunta con 50 minuti di ritardo all’Eliseo a bordo di una Maserati, Giorgia Meloni è riuscita a far puntare i riflettori su di sé. “In un gioco di equilibrismo tra Bruxelles e Washington – scrive Le Temps –, la leader del Governo italiano intende sfruttare questi negoziati di pace in Ucraina per concretizzare la sua strategia: affermare il suo radicamento europeo, coltivando al contempo un legame privilegiato con gli Stati Uniti, alimentato dalla sua affinità ideologica con la nuova amministrazione americana e rafforzato ulteriormente dalla sua vicinanza con il miliardario Elon Musk. E diventare così l’interlocutrice europea privilegiata di Washington”.
Ciò che Meloni cerca di fare – sottolinea il giornale citando il direttore di un think tank inglese – è di avvicinare le posizioni tra l’UE e Trump, con l’obiettivo di stabilire un negoziato che non sia disastroso per l’Ucraina, contrario agli interessi europei e troppo favorevole a Vladimir Putin. I margini di manovra sono però molto stretti. “Giorgia Meloni si trova di fronte a una serie di contraddizioni: difendere gli interessi italiani coltivando un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti o rimanere incondizionatamente con l’UE”.
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La Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno si domanda da parte sua chi diventerà la persona in Europa “che sussurra all’orecchio di Trump”. Il leader ungherese Viktor Orban figura sicuramente in prima posizione, ma Giorgia Meloni potrebbe diventare una “costruttrice di ponti transatlantici”. Lo storico quotidiano zurighese sottolinea che l’Italia, seppur non avendo un peso specifico paragonabile a quello della Germania, della Francia o della Gran Bretagna, gioca in un’altra categoria rispetto all’Ungheria. Anche se recentemente la premier italiana è stata criticata come una “falsa amica” da Steve Bannon, può contare sul sostegno dei miliardari della tecnologia, in particolare di quello dell’amico intimo di Trump, Elon Musk.
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Globus sulle tracce de La Rinascente
Sempre la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno dedica un articolo alla catena di grandi magazzini di lusso italiana La Rinascente? Da dove nasce questo interesse? È presto detto: l’amministratore delegato Pierluigi Cocchini è stato nominato presidente del consiglio d’amministrazione della catena svizzera Globus, anch’essa specializzata in prodotti di alta gamma. Sia La Rinascente che Globus fanno capo a Central Group, un conglomerato con sede a Bangkok.
Il nuovo numero uno della Globus ha dato nuovo lustro alla catena italiana, riducendo il numero di filiali (oggi ne sono rimaste nove) e modernizzando i due negozi di punta, ovvero quelli di Milano e di Roma. “Cocchini definisce le filiali delle ‘collezioni’, in contrapposizione al termine ‘catena’, che non esprime ciò che il CEO ha in mente: una serie di negozi di lusso in posizioni privilegiate, ognuno dei quali dovrebbe riflettere la città in cui si trova”, scrive la NZZ. Una ricetta che sembra funzionare, poiché da diverso tempo La Rinascente “vive un anno record dopo l’altro”.
È troppo presto per sapere se queste soluzioni avranno successo in Svizzera, anche perché non si sa ancora nulla dei piani di Cocchini per il mercato elvetico. Tuttavia, rileva il giornale, “la Svizzera non è del tutto estranea agli italiani”. “Nella lunga e movimentata storia del grande magazzino fondato dai fratelli Bocconi a Milano nel 1865, c’è un episodio che porta a Zurigo. Più precisamente: in un luogo a circa cinque minuti a piedi da Globus sulla Bahnhofstrasse. Nel 1934 La Rinascente venne infatti incorporata in una joint venture con Upim, una catena di grandi magazzini che esiste ancora oggi. Uno dei principali azionisti di Upim era all’epoca il grande magazzino di Zurigo Jelmoli, che sta per chiudere i battenti”.
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Quando il calcio diventa glamour
Se l’uscita di scena questa settimana dalle coppe europee di tre squadre di calcio italiane ha destato l’attenzione dei giornali svizzeri, a far parlare di sé è soprattutto il glamour che circonda il Como. “Un cocktail di celebrità, dei milioni e delle grandi ambizioni: il Como è forse il progetto più pazzo del calcio europeo”, scrivono Le Matin Dimanche e La Tribune de GenèveCollegamento esterno.
Oltre alle diverse star che compongono la squadra e il progetto di rinnovamento dello stadio Sinigaglia, dal quale si ha “una vista mozzafiato sulle Alpi”, il team lariano si è distinto soprattutto per i numerosi VIP presenti nelle ormai vetuste tribune. Il Como, nelle mani dei due miliardari indonesiani Michael et Robert Hartono, può contare su fan del calibro di Keira Knightley, Michael Fassbender, Adrien Brody o ancora Hugh Grant.
Il club, osservano i due giornali, non si accontenta però di avere una risonanza a livello internazionale, ma cerca anche di “coinvolgere ancora di più la popolazione locale nella sua causa”. Ad esempio, ogni neonato che viene alla luce negli ospedali della città riceve una maglia con lo stemma del club e la squadra ha stretto un partenariato con 14 bar della città per offrire un giro alle persone presenti dopo ogni vittoria.
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La gestione del lupo in Val d’Aosta
Il lupo e la sua gestione sono da ormai diversi mesi un tema caldo in Svizzera. Nel novembre 2023, il Governo elvetico ha modificato l’ordinanza sulla caccia, autorizzando i Cantoni ad abbattere animali per prevenire futuri danni e non più solo quando il danno è stato già causato, declassando il lupo da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta”. In Italia l’animale resta invece quasi intoccabile. Il quotidiano ArcinfoCollegamento esterno ha così voluto analizzare un po’ più da vicino come la Val d’Aosta, che confina con il Vallese, gestisce il predatore.
“Negli ultimi cinque mesi – annota il giornale – durante il secondo periodo di regolazione proattiva della specie che ha causato la perdita di 34 esemplari in Vallese, attraversare il confine tra Svizzera e Italia era come attraversare lo Stige per il canide”. A nord del confine, nella Confederazione, rischiava seriamente di finire nel mirino dei guardiacaccia. A sud poteva aggirarsi più o meno indisturbato. La politica di prevenzione portata avanti dal 2010 dalla Val d’Aosta sembra aver dato i suoi frutti. Ogni anno la regione finanzia con diverse decine di migliaia di euro (oltre 157’000 solo nel 2023) misure come l’allevamento di cani da guardia, l’installazione di barriere elettriche o l’acquisto di collari a ultrasuoni. Il risultato: nel 2023 sono state censite 38 predazioni, quasi dieci volte di meno di quelle constatate in Vallese.
Anche in Val d’Aosta, però, non sono tutte rose e fiori e tra la popolazione inizia a serpeggiare una certa preoccupazione, soprattutto dopo la pubblicazione in gennaio di un video che mostra un branco di nove lupi che vagano per le strade di Pré-Saint-Didier. Le autorità regionali stanno elaborando un piano d’azione per la gestione dell’animale. “Siamo impegnati in questo progetto da diversi mesi – dichiara ad Arcinfo l’assessore Marco Carrel. Non possiamo più fare affidamento sull’autoregolazione della specie, poiché i problemi sono sempre più urgenti. Come politico, desidero poter gestire attivamente e concretamente la presenza del lupo”. Per il lupo, insomma, lo Stige rischia ben presto di scomparire.
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